Milano ‘Novecento italiano’ Oltre 150 iniziative già in calendario
Lungo tutto il corso del 2018, Milano dedica un palinsesto alle espressioni artistiche e sociali che hanno animato il Novecento nel nostro Paese.
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La cultura del secolo appena trascorso ha infatti segnato profondamente l’Italia e in particolare la nostra città, dove hanno preso vita e si sono sviluppati linguaggi nuovi e destinati a influenzare il pensiero creativo in tutto il mondo: dall’arte alla moda, dal design all’architettura, dalla musica alla letteratura, dal teatro al cinema. Il programma di “Novecento italiano” intreccia la proposta culturale della città, da gennaio a dicembre 2018, con un calendario di già oltre 150 tra mostre, spettacoli, conferenze, concerti, proiezioni, performance.
“Il programma di ‘Novecento italiano’ è stato pensato per proporre riflessioni e approfondimenti su questo secolo ricco e complesso che ha contribuito in maniera determinante alla costruzione del nostro presente – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Un contributo così imponente, soprattutto in termini culturali, da rendere necessario un omaggio che attraversi linguaggi e discipline differenti ed esplori i segni e le opere fondamentali dell’intero periodo”.
È dal palcoscenico che si inaugura questa sera il “Novecento italiano”, proponendo la messa in scena di tre testi significativi del teatro novecentesco in tre diverse sale milanesi: “Il sindaco di Rione Sanità” di Eduardo De Filippo al Piccolo Teatro Grassi, “Le Sorelle Materassi” di Aldo Palazzeschi al Teatro Franco Parenti e “L’angelo dell’informazione” di Alberto Moravia al Teatro Out off. E ancora molta letteratura del ‘900 prende vita nei teatri milanesi, rievocando storie tragiche del secolo scorso – come “Primo”, testimonianza scenica sulla vita di Primo Levi tratta dal suo “Se questo è un uomo” al PACTA Salone, o “Matilde”, che al Teatro Studio porta in scena il non-eroismo femminile che si oppose al nazifascismo – o ricordando personaggi chiave del ‘900, noti come Dino Buzzati, il cui mondo inquietante verrà rievocato alla Biblioteca Braidense con letture sceniche, e meno noti come Mario Carrara, docente e padre della medicina legale italiana che si rifiutò di giurare fedeltà al fascismo (”Il giuramento” al Teatro Menotti).