Nel Paese crescono i sentimenti anti-europei, incarnati dal partito Ukip di Nigel Farage, che alle ultime elezioni europee ha raccolto il 27% dei consensi.
La Confederazione degli Industriali britannica mette in guardia: un’eventuale uscita dall’Unione isolerebbe il Regno Unito, rendendolo una nazione più povera. Monito condiviso da molti imprenditori, come Will Butler-Adams, amministratore delegato di Brompton: “L’Europa – assicura – significa un commercio più facile, meno scartoffie. Molti degli scambi commerciali
effettuati in diverse parti del mondo sono complicati. E non avere quel tipo di frustrazione, quella disorganizzazione, non avere prezzi diversi in Paesi diversi, nei Paesi che sono i nostri maggiori partner commerciali, è davvero positivo”.
La scelta di uscire immediatamente dall’Unione europea, come vorrebbe Ukip, non viene giudicata una mossa strategica neppure dagli analisti della City.
A pesare c‘è la crisi economica, che però non ha nulla a che fare con quella che stanno vivendo Paesi come Grecia, Spagna o Italia. Nel 2014 il Prodotto interno lordo è cresciuto di oltre tre punti percentuali e la disoccupazione è solo al 6%.