Martedì, 19 marzo 2024 - ore 12.40

Ucraina Lettera aperta per una tregua di Pasqua | Marco Baratto

Sollecito i Vescovi che sono posti a capo delle rispettive chiese a farsi interpreti del volere di pace che sale dal popolo dei cristiani

| Scritto da Redazione
Ucraina Lettera aperta per una tregua di Pasqua | Marco Baratto

Sua Santità Papa Francesco,

Sua Beatitudine il Patriarca Kirll,

Sua Beatitudine il Patriarca Bartolomeo,

Sua Beatitudine Epifani,

Premessa di forma. La lettera aperta e la petizione è rivolta prima al Vescovo di Roma in quanto lo scrivente è cattolico mi avvalgo del diritto sancito dal Canone 212 paragrafo 2 che premette ai fedeli di " di manifestare ai Pastori della Chiesa le proprie necessità, soprattutto spirituali, e i propri desideri" . L'ordine successivo non deve essere letto come mancanza di rispetto verso la cara chiesa ortodossa, ma come un semplice ordine dato dalla necessità di creare un indirizzario.

Con questa mia umile lettera aperta , sollecito i Vescovi che sono posti a capo delle rispettive chiese a farsi interpreti del volere di pace che sale dal popolo dei cristiani .

La necessità di una pace . Come disse nel 1917 Papa Benedetto XV " E primieramente, il punto fondamentale deve essere che sottentri alla forza materiale delle armi la forza morale del diritto. Quindi un giusto accordo di tutti nella diminuzione simultanea e reciproca degli armamenti secondo norme e garanzie da stabilire, nella misura necessaria e sufficiente al mantenimento dell'ordine pubblico nei singoli Stati; e, in sostituzione delle armi, l'istituto dell'arbitrato con la sua alta funzione pacificatrice, secondo e norme da concertare e la sanzione da convenire contro lo Stato che ricusasse o di sottoporre le questioni internazionali all'arbitro o di accettarne la decisione. Stabilito così l'impero del diritto, si tolga ogni ostacolo alle vie di comunicazione dei popoli con la vera libertà e comunanza dei mari: il che, mentre eliminerebbe molteplici cause di conflitto, aprirebbe a tutti nuove fonti di prosperità e di progresso. Quanto ai danni e spese di guerra, non scorgiamo altro scampo che nella norma generale di una intera e reciproca condonazione, giustificata del resto dai beneficai immensi del disarmo; tanto più che non si comprenderebbe la continuazione di tanta carneficina unicamente per ragioni di ordine economico. Che se in qualche caso vi si oppongano ragioni particolari, queste si ponderino con giustizia ed equità" .

Fra meno di dieci giorni il cristiani di rito latino , vivranno la Pasqua di Resurrezione, e dopo poco il 24 i fratelli di rito orientale riceveranno dalla Chiesa madre di Gerusalemme il santo fuoco che ,accendendosi nel Santo Sepolcro , giungerà in ogni chiesa per annunciare che . Cristo è Risorto!

Come semplice fedele vi invito , Stimati Padri, a farvi portavoce di questa esigenza . Come è possibile celebrare la Pasqua mentre si è in guerra? Quello che voglio chiedere a Voi, e spero a coloro che vorranno rilanciare questa  lettera aperta  alfine che vi adoperiate , con i Capi delle Nazioni,  affinché almeno dal 14 Aprile al 26 Aprile tacciano le armi. Non chiedo a nessuno di arrendersi o di ritrarsi ma almeno per una decina di giorni si cerchi di far tacere la guerra. Molti , nel mondo , la considereranno  una proposta folle. Forse lo è . Ma come diceva Erasmo " Come non c'è stoltezza maggiore di una saggezza inopportuna, così non c'è maggiore imprudenza di una prudenza distruttrice. (XXIX)" proviamo questa follia. La follia di fermare la guerra anche solo per il tempo della Pasqua. Mi si potrà dire che serve a poco interrompere un conflitto per dieci giorni e dopo magari riprendere a combattere.  E' una obbiezione vera. Ma se riusciamo anche solo per 10 giorni a fermare il conflitto pensiamo alle opere cristiane che potremmo compiere. Si potrebbe soccorre i profughi, seppellire degnamente i defunti , tributare omaggio al Reggitore dell'Universo.  "la Pasqua non è semplicemente una festa tra le altre: è la « festa delle feste », la « solennità delle solennità », come l'eucaristia è il sacramento dei sacramenti (il grande sacramento). Sant'Atanasio la chiama « la grande domenica », come la Settimana santa in Oriente è chiamata « la grande Settimana »" (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1169)  . Se solo provassimo a far tacere la guerra per 10 giorni, magari si potrebbe avviare un dialogo proficuo tra le parti simbolicamente rappresentata anche dalla possibilità per i fedeli ucraini di celebrare assieme la "grande domenica" . Forse , anche i reggitori delle nazioni potrebbero avviare colloqui distesi tra di loro per una pace "giusta ed equa" . Una Pace che non umili nessuno , che salvaguardi il bene di tutti e non gli interessi di pochi .

 Santi Padri, rappresentante ognuno , la Chiesa di Cristo, rappresentate l'ecumene cristiana , vi esorto, vi supplico come umile battezzato a farvi portatori di questa richiesta.

 Formulando i migliori ossequi vi porgo i miei più cordiali saluti

 Marco Baratto

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