Lunedì, 06 maggio 2024 - ore 19.54

Non chiamatelo omicidio passionale

| Scritto da Redazione
Non chiamatelo omicidio passionale

Ancora una volta, una donna muore per mano di un uomo. La stampa parla di omicidio passionale, accetta la gelosia come movente, parla di raptus e di tragedia della follia.

Anche stavolta, non si tratta di amore, non si tratta di gelosia, non si tratta di follia. Una donna è stata uccisa da un uomo: queste violenze sono crimini, che noi chiamiamo femminicidi, ad indicare che le donne vengono uccise proprio perché donne, perché nella mente degli uomini che le uccidono la violenza è il registro su cui si basa la relazione tra i sessi.

Anche stavolta, gli articoli dei giornali attribuiscono ai comportamenti della donna la causa della reazione violenta dell’uomo. Indagano il punto di vista dell’assassino, si soffermano sui suoi problemi e sulle circostanze attenuanti; un tale atteggiamento complice non sarebbe mai accettato per altri omicidi.

Anche stavolta, la donna che muore per l’aggressione di un uomo, aveva già cercato di chiedere aiuto, e va sottolineato che proprio in questa fase così critica e delicata i rischi aumentano: solo un atteggiamento consapevole dei servizi dedicati, delle forze dell’ordine e di tutta la comunità civile può aiutare a combattere queste tragedie.

Ancora una volta, chiediamo agli uomini di camminare e mobilitarsi con noi, per cercare insieme forme e parole nuove, capaci di mettere fine a questo orrore. Chiediamo a tutti, donne e uomini, di scegliere: noi siamo contro la violenza e vogliamo combattere l’inerza con la quale, tacendo, si diventa complici.

Chiediamo a tutti di unirsi a noi, di non essere più complici, di aderire alla petizione lanciata dal comitato promotore nazionale “se non ora, quando?”  e promossa nel nostro territorio da Rete Donne; al nostro appello hanno aderito molte associazioni cittadine e centinaia di persone, donne e uomini del mondo del volontariato e dell’associazionismo, del sindacato, della politica, delle professioni, dell’arte e della cultura.

 

Chiediamo ai mezzi di comunicazione di accettare il confronto sui linguaggi con cui si parla della violenza contro le donne: le parole contano, le parole hanno un peso, le parole costruiscono giorno per giorno il senso e i significati dei nostri ruoli e delle nostre opinioni. Anche alla stampa, alle giornaliste e ai giornalisti, chiediamo di non essere più complici.

 

RETEDONNE CREMONA – COMITATO “SE NON ORA, QUANDO?”

 

Per adesioni: donnepunto@gmaial.com

Fece book: rete donne cremona senonoraquando

http://www.petizionepubblica.it

1306 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria