Ancora una volta, una donna muore per mano di un uomo. La stampa parla di omicidio passionale, accetta la gelosia come movente, parla di raptus e di tragedia della follia.
Anche stavolta, non si tratta di amore, non si tratta di gelosia, non si tratta di follia. Una donna è stata uccisa da un uomo: queste violenze sono crimini, che noi chiamiamo femminicidi, ad indicare che le donne vengono uccise proprio perché donne, perché nella mente degli uomini che le uccidono la violenza è il registro su cui si basa la relazione tra i sessi.
Anche stavolta, gli articoli dei giornali attribuiscono ai comportamenti della donna la causa della reazione violenta dell’uomo. Indagano il punto di vista dell’assassino, si soffermano sui suoi problemi e sulle circostanze attenuanti; un tale atteggiamento complice non sarebbe mai accettato per altri omicidi.
Anche stavolta, la donna che muore per l’aggressione di un uomo, aveva già cercato di chiedere aiuto, e va sottolineato che proprio in questa fase così critica e delicata i rischi aumentano: solo un atteggiamento consapevole dei servizi dedicati, delle forze dell’ordine e di tutta la comunità civile può aiutare a combattere queste tragedie.
Ancora una volta, chiediamo agli uomini di camminare e mobilitarsi con noi, per cercare insieme forme e parole nuove, capaci di mettere fine a questo orrore. Chiediamo a tutti, donne e uomini, di scegliere: noi siamo contro la violenza e vogliamo combattere l’inerza con la quale, tacendo, si diventa complici.
Chiediamo a tutti di unirsi a noi, di non essere più complici, di aderire alla petizione lanciata dal comitato promotore nazionale “se non ora, quando?” e promossa nel nostro territorio da Rete Donne; al nostro appello hanno aderito molte associazioni cittadine e centinaia di persone, donne e uomini del mondo del volontariato e dell’associazionismo, del sindacato, della politica, delle professioni, dell’arte e della cultura.
Chiediamo ai mezzi di comunicazione di accettare il confronto sui linguaggi con cui si parla della violenza contro le donne: le parole contano, le parole hanno un peso, le parole costruiscono giorno per giorno il senso e i significati dei nostri ruoli e delle nostre opinioni. Anche alla stampa, alle giornaliste e ai giornalisti, chiediamo di non essere più complici.
RETEDONNE CREMONA – COMITATO “SE NON ORA, QUANDO?”
Per adesioni: donnepunto@gmaial.com
Fece book: rete donne cremona senonoraquando
http://www.petizionepubblica.it