Martedì, 16 aprile 2024 - ore 06.28

‘Non giochiamoci il futuro’ Sintesi della serata sulla ludopatia a Pizzighettone

La guerra al gioco d'azzardo si può vincere solo se si muovono la società civile e le amministrazioni insieme

| Scritto da Redazione
‘Non giochiamoci il futuro’ Sintesi della serata sulla ludopatia a Pizzighettone ‘Non giochiamoci il futuro’ Sintesi della serata sulla ludopatia a Pizzighettone

«Una piaga sociale che può trasformarsi in dipendenza, che mette a rischio il benessere di intere famiglie e ha gravi ripercussioni sociali». Va dritto al punto Bruno Tagliati, presidente provinciale delle Acli di Cremona e moderatore della serata dal tema "Non giochiamoci il futuro". In una sala consiliare del Comune di Pizzighettone piena, Tagliati ha introdotto la materia enunciando numeri preoccupanti: «L'industria del gioco d'azzardo è la terza in Italia e la Lombardia fattura il 18% del totale nazionale, le Asl hanno in cura circa 1600 dipendenti e, in un censimento di inizio 2013, Cremona risulta tra le province più colpite dal fenomeno. Nel nostro territorio ci sono circa 850 attività autorizzate, significa una media di una macchinetta ogni 117 abitanti». «La guerra al gioco d'azzardo - conclude il presidente - si può vincere solo se si muovono la società civile e le amministrazioni insieme». Anche la dottoressa Angela Fioroni, segretaria di Legautonomie Lombardia, ha presentato altri numeri sulla falsariga di quelli indicati da Tagliati («è un'industria da 80 miliardi, circa il 3% del Pil») e ha sottolineato come «l'Italia sia l'unica in Europa ad avere dati così alti» e che a Milano le tre zone con «più alta densità di gioco d'azzardo corrispondono alle tre con più alto tasso di criminalità», rivelando, tra la sorpresa del pubblico, che si tratta «della Stazione Centrale, di Piazzale Loreto e di Corso Buenos Aires». Fioroni ha lanciato l'allarme sulla discussione della Legge Delega che dovrà presentare il Governo affinché questa possa rispettare i criteri «vincolanti come la tutela delle persone e il coinvolgimento dei Comuni» e ha ricordato che quella del gioco è «un'industria di Stato pubblicizzata e defiscalizzata». La dottoressa Irene Ronchi (psicologa del Sert di Cremona) ha voluto definire i termini che definiscono il gioco d'azzardo («che la posta sia in palio e non sia ritirabile e che il risultato sia dato quasi esclusivamente dal caso») e un giocatore patologico («quando gioca più denaro e a più lungo di quel che si può permettere»), per poi sottolineare «l'ambiguità della parola "gioco" e che quello d'azzardo non è un vizio perché viene compromessa la volontà e non la lucidità» e sfatare un "falso mito": «Oggi sono più le donne che giocano, provano un senso di vergogna maggiore e non sono supportate adeguatamente dai famigliari». Dopo un interessante passaggio tenuto da Federico Denti (collaboratore dell'Associazione "La Zolla") che ha messo in luce le infinitesimali probabilità di vincere al gioco («È più probabile essere colpiti da un fulmine o di trovare un personaggio famoso a Torino componendo un numero di telefono fisso a caso che non di vincere al Suoer Enalotto»), ha preso la parola il Commissario Capo della Questura di Cremona Nicola Lelario: «Bisogna partire dal presupposto che il gioco d'azzardo è un reato, ma lo Stato riconosce alcune eccezione, per cui oggi possiamo distinguerne uno lecito e uno illecito. Le pene previste (sanzioni amministrative) sono incapaci di scoraggiarlo, ma non pensiate che dietro ci sia solo la grande criminalità, quanto piuttosto quella "di tutti i giorni". La soluzione al problema non è nella legge né nella repressione, ma cambiando a livello culturale». Un po' quel che sta provando a fare Fabio Calvi, sindaco di Rivolta d'Adda: «Il gioco non è ancora visto come qualcosa di negativo, anche da chi si è rovinato la vita. Noi abbiamo il primo centro che cura dipendenze nato in provincia, non abbiamo case da gioco e solo quattro bar su circa 15 hanno le macchinette, anche se molti giocatori vanno nelle città vicine. Abbiamo provato ad imporre orari, ma è solo un segnale: lo stato non ci supporta, anche se ora è uscito un bando di Regione Lombardia che concede fondi per quei Comuni che attuano progetti per risolvere piaga del gioco d'azzardo». 

 

1147 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria