Domenica 15 novembre le autorità iraniane hanno lanciato un attacco coordinato contro la comunità baha’i, arrestando 15 baha’i in tre città, dopo aver fatto irruzione nelle loro case e averle perquisite. Gli arresti hanno avuto luogo nelle città di Teheran, Isfahan e Mashad. I nomi confermati sono i seguenti: a Teheran, Sahba Farnoush, Negar Bagheri, Nava Monjazeb, Yavar Haghighat, Navid Aghdasi ed Helia Moshtagh. A Isfahan, Keyvan Nik-Aien, Parvin Nik-Aien, Yeganeh Agahi, Matin Janamian e Arshia Rowhani. A Mashad, Sanaz Eshaghi, Nika Pakzadan, Farzaneh Daneshgari e Nagmeh Zabihian.
Inoltre, oltre cinque negozi sono stati chiusi dalle autorità nelle città di Ghaem Shahr, Kerman e Rafsanjan. Non è un caso che le chiusure abbiano avuto luogo il giorno dopo che la comunità baha’i aveva celebrato due delle più importanti festività sacre baha’i, la Nascita del Bab e la Nascita di Baha’u’llah, che cadono in due giorni consecutivi, e durante le quali i baha’i si astengono dal lavoro. Per gli esercenti, questo significa chiudere i loro esercizi, un atto che equivale a una punizione da parte delle autorità, che hanno spesso impedito ai baha’i di riaprire i negozi, dopo averli chiusi. E in effetti alcuni dei negozi che sono stati chiusi dopo le festività gemelle nel 2014 non hanno ancora avuto il permesso di riaprire.