"Oggi per Pavia è un giorno di lutto: la ferita del crollo della Torre Civica, la morte di 4 persone e il ferimento di altre 15 rimane per tutti noi una ferita che non si è mai rimarginata e mai si sanerà".
Lo ha dichiarato il sindaco di Pavia, Mario Fabrizio Fracassi, alla cerimonia di oggi in Piazza Duomo, nel cuore della città, a 33 anni dalla tragedia, alla presenza delle autorità cittadine e del sindaco di San Genesio (Pavia), Giuseppe Tessera.
Fracassi ha ricordato il dramma vissuto dalla città in quel terribile 17 marzo 1989. Sotto i mattoni della Torre Civica, costruita nell'undicesimo secolo, alta 78 metri e crollata improvvisamente, morirono Adriana Uggetti e Barbara Cassani, due ragazze di 18 e 17 anni di San Genesio (Pavia), Giulio Fontana, 76 anni, proprietario dell'albergo Regisole, e Pia Casella Comaschi, l'edicolante di 52 anni di piazza Duomo.
"Voglio ricordare, insieme a voi, i loro nomi - ha sottolineato il sindaco -. Li voglio ricordare anche oggi, anche con le preoccupazioni legate alla pandemia e, soprattutto, alla guerra in Ucraina, con le paure e i timori per il futuro che appesantiscono ulteriormente i nostri cuori. Quello che successe il 17 marzo 1989 fa parte, tragicamente, della storia di Pavia.
Essere una comunitaÌÂ significa anche non permettere alle tragiche difficoltaÌÂ del presente di cancellare la storia, che coincide con la nostra identitaÌÂ".
Presente anche Sandro Bruni, sindaco di Pavia proprio in quel difficile momento: "Ne approfitto per lanciare un messaggio forte, proprio da qui - ha detto Bruni -: vorrei che Pavia si proponesse come città della pace, dello stare insieme in modo civile e propositivo. Siamo gente capace di reagire alle sciagure, capace di rialzarsi. Siamo gente dal cuore grande, siamo sempre pronti a dare una mano: uniti davvero potremmo essere la città della pace".