Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 04.11

Pianeta Migranti Cremona. Uganda: schiavi delle imprese minerarie scavano a mani nude

Si dice spesso aiutiamoli a casa loro. Ma molti vanno a casa loro per sfruttarli e portare via materiali e risorse utili a mantenere il nostro benessere. Il colonialismo non è finito. Eppure, con tanta sicurezza si dice che i migranti vengono qui a portarci via lavoro e ricchezza

| Scritto da Redazione
Pianeta Migranti Cremona. Uganda: schiavi delle imprese minerarie scavano a mani nude Pianeta Migranti Cremona. Uganda: schiavi delle imprese minerarie scavano a mani nude Pianeta Migranti Cremona. Uganda: schiavi delle imprese minerarie scavano a mani nude

Pianeta Migranti Cremona. Uganda: schiavi delle imprese minerarie scavano a mani nude

Si dice spesso aiutiamoli a casa loro. Ma molti vanno a casa loro per sfruttarli e portare via materiali e risorse utili a mantenere il nostro benessere. Il colonialismo non è finito. Eppure, con tanta sicurezza si dice che i migranti vengono qui a portarci via lavoro e ricchezza.

Uganda, nuovo eldorado. La terra dei Karimojong, un popolo di guerrieri semi-nomadi nella zona orientale dell’Uganda, terra che ospita una civiltà ancestrale, viene presa d’assalto da tante compagnie straniere, anche europee. Il sottosuolo ancora vergine, contiene uranio, cobalto, oro, argento, grafite, platino, tutti minerali rari. Vengono estratti grazie allo sfruttamento della gente locale, impiegata in regime di schiavitù. All’inizio, i minatori venivano pagati con alcoolici: la diffusione illegale è diventata una vera emergenza e la cirrosi epatica la prima causa di morte.

Oggi, l’attività di scavo è predominante per tutti: donne e bambini spaccano grosse pietre calcaree per trasformarle in ghiaia da rivendere alle imprese. Restano lì fino a 10 ore al giorno sotto il sole, pagati pochi scellini e a cottimo. I Karimojong sono passati, d’un tratto, dalla pastorizia alla miniera, dalla mucca al martello senza però migliorare il loro livello di vita, tra il più povero dell’Africa. Secondo i dati del governo di due anni fa, l’86% dei giovani non è mai stato a scuola, il 60% delle donne è analfabeta.

A Moroto, tra i centri più importanti della Karamoja, fino a qualche anno fa si vedeva solo terra rossatra le capanne di legno e fango, ora c’è bitume liscio e, alle prime luce dell’alba, la gente si mette in cammino verso gli scavi.

Ha scritto il giornale Avvenire: “Una terra prima considerata inutile ora è diventata strategica, alimentando un land grabbing selvaggio, un accaparramento del territorio spesso senza alcuna compensazione e che fa dei diritti umani la prima vittima”. Sono 51 le compagnie che già operano nella regione, molte di più le miniere “artigianali” dentro cui 20mila minatori lavorano senza alcuna protezione.

In Karamoja, secondo il quotidiano Daily Monitor, oltre 1,49 milioni di ettari sono stati lottizzati per attività minerarie, sottraendo erba dei pascoli e fonti d’acqua per uomini e bovini, ormai decimati. .

Le compagnie minerarie vogliono sempre più terra, tolte alle comunità locali che restano ai margini, in forza di una corruzione impressionante. I cinesi sono al primo posto nel fare business e stanno prendendo tutto. Hanno anche un piano per due cementifici, ma non daranno molti posti di lavoro. La compagnia cinese Sunbelt, solo per citarne una, estrae marmo dalla zona di Rupa sotto la protezione dei soldati ugandesi.

L’ong britannica Global Witness ha pubblicato, nel 2017, i risultati di un’inchiesta sul settore minerario ugandese ed ha disegnato un quadro di grande corruzione da parte degli investitori e dei politici locali che si arricchiscono a scapito della povera gente. L’ong denuncia che l’accaparramento di terre, obbliga le popolazioni a lasciare le zone di sfruttamento con un compenso irrisorio. Denuncia anche le condizioni di lavoro dei minatori svolte senza la minima protezione: tante le morti bianche registrate e i minori che scavano il mercurio a mani nude. A tutto ciò si aggiunge anche la questione ambientale. Secondo il catasto minerario ugandese sono state rilasciate almeno 20 licenze minerarie in aree naturali protette con grave danni all’ecosistema della regione che ospita specie animali  in estinzione.

 

 

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