Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 22.15

Pianeta Migranti Cremona . La Lega nega il diritto alla cura dei migranti.

A Riace fa chiudere un ambulatorio gratuito per migranti e cittadini bisognosi. La Regione Lombardia toglie il medico alle persone richiedenti asilo.

| Scritto da Redazione
Pianeta Migranti Cremona . La Lega nega il diritto alla cura dei migranti. Pianeta Migranti Cremona . La Lega nega il diritto alla cura dei migranti. Pianeta Migranti Cremona . La Lega nega il diritto alla cura dei migranti.

Pianeta Migranti Cremona . La Lega nega il diritto alla cura dei migranti.

A Riace fa chiudere un ambulatorio gratuito per migranti e cittadini bisognosi. La Regione Lombardia toglie il medico alle persone richiedenti asilo.

L'ambulatorio medico sociale 'Jimuel' di Riace, che era formato da medici volontari che curavano gratuitamente migranti e cittadini indigenti, è stato chiuso dall'amministrazione leghista. Isidoro Napoli, responsabile dell'ambulatorio, ha dichiarato: "Non abbiamo mai chiesto a nessuno la dichiarazione dei redditi, aprivamo a tutti. La scelta fatta dall'amministrazione danneggia le fasce più deboli della popolazione".

Da che è stato inaugurato, circa due anni fa, l’ambulatorio ha effettuato almeno 320 visite ginecologiche per 153 donne. Tutte gratuite. Ed è solo uno dei dati dell'intera attività svolta dallo staff dell'ambulatorio dove i più bisognosi, italiani e non, fanno la fila per curarsi. I locali erano stati offerti dall'ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, dopo che nel 2017 aver siglato un protocollo d’intesa tra Comune, Studio Radiologico di Siderno e l’associazione umanitaria Jimuel con la quale veniva avviata l'attività polispecialistica a favore di tutte le persone bisognose. L’idea di un ambulatorio gratuito è nata a seguito di un'indagine del Politecnico di Milano da cui emergevano, che a causa dell'impoverimento della popolazione per la crisi economica, molte persone non riescono più a curarsi.

A fronte dell’affermazione sui migranti “aiutiamoli a casa loro” a Riace, si è deciso di aiutare i migranti là dove arrivano, dove vengono accolti per essere integrati nelle comunità senza fare distinzione tra il bisogno dei residenti e degli stranieri. Un chiaro esempio del rispetto dei diritti umani e della dignità delle persone, senza discriminazioni di etnia e colore.

Un esempio opposto viene dalla Regione Lombardia, a giunta leghista, che tramite l’Azienda di Tutela della Salute (ATS) Milano Città Metropolitana, ha diffuso ai medici di base un’informativa secondo la quale, a seguito delle modifiche introdotte dal Decreto Salvini, i richiedenti la protezione internazionale verranno iscritti al Servizio Sanitario per massimo 1 anno, senza assegnazione del Medico di Medicina Generale. Questa comunicazione appare anche sul sito di Regione Lombardia; ma da nessuna parte è stato possibile reperire il provvedimento che ha originato tale comunicazione. In realtà, il primo decreto sicurezza Salvini non interviene sull’assistenza sanitaria per gli stranieri richiedenti asilo, che resta garantita dall’articolo 34 del Testo Unico Immigrazione (Dlgs 286/98). Ci ha pensato invece la fantasia di qualche amministratore regionale lombardo a porre dei fattori di discriminazione sanitaria. In tal modo si introduce un elemento di precarietà nelle esistenze già più che fragili di persone in cerca di protezione alle quali, secondo la legge italiana, dovrebbe essere garantito un accesso alle cure a parità di trattamento con i cittadini italiani. L’interpretazione e l’applicazione di Regione Lombardia viola palesemente la normativa nazionale e i principi fondanti del nostro ordinamento Costituzionale e della convivenza civile quale l’accesso alle cure.

La scelta di Regione Lombardia va nella scia di un processo trentennale di criminalizzazione dei cittadini stranieri che erode i loro diritti fondamentali e dà vita a una società divisa in gruppi di portatori di interessi in lotta fra loro per poter ottenere l’aiuto di un welfare ormai residuale.

 

 

 

 

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