Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 00.49

Pianeta Migranti. ‘Gli sciacalli della finanza brindano a Salvini’

E’ il titolo di un rapporto della rivista Valori. Il Decreto sicurezza arricchisce società estere e holding specializzate nella gestione di megacentri per migranti.

| Scritto da Redazione
Pianeta Migranti. ‘Gli sciacalli della finanza brindano a Salvini’ Pianeta Migranti. ‘Gli sciacalli della finanza brindano a Salvini’ Pianeta Migranti. ‘Gli sciacalli della finanza brindano a Salvini’ Pianeta Migranti. ‘Gli sciacalli della finanza brindano a Salvini’

Pianeta Migranti. ‘Gli sciacalli della finanza brindano a Salvini’

E’ il titolo di un rapporto della rivista Valori. Il Decreto sicurezza arricchisce società estere e holding specializzate nella gestione di megacentri per migranti.

“Dietro di loro, fondi di private equity, finanza londinese, investitori sauditi e svizzeri. Vincitori di una guerra sporca che farà aumentare disuguaglianze, razzismo, crimine e tensioni sociali. Si apre un mercato per grandi aziende britanniche, tedesche, svizzere. Raddoppio dei costi, qualità a rischio”.

Il ministro Salvini ha ridotto spesa di 35 per ogni migrante a una forbice tra 19 e 26 euro, dicendo che l'Italia aveva le quote più care d’Europa. Il dossier di Valori, una testata online specializzata in finanza etica e sostenibile, dimostra che questo è falso e che Salvini pur tagliando i servizi per l’integrazione (insegnamento della lingua italiana e sanità) farà alzare i costi. Anche i documenti Anci, depositati alla Camera, denunciano che nei megacentri si spenderanno 14mila euro per richiedente asilo a fronte del 6.300 nel sistema diffuso degli Sprar. Infatti, un profugo resta in una struttura Sprar mediamente 6 mesi, mentre nei Cas, i centri di accoglienza straordinaria, resta a dai 18 ai 24 mesi, con una spesa più che doppia.

Il dossier di Valori ha studiato le conseguenze del Decreto sicurezza che affida la gestione dei grandi centri di accoglienza dei richiedenti asilo alle aziende straniere al posto delle cooperative italiane. Dietro queste aziende ci sono i fondi delle ‘private equity’ della finanza di Londra, oltre che investitori sauditi e svizzeri.

“Il Decreto sicurezza voluto da Lega e 5 Stelle – scrive  Valori – fa gioire società estere e holding specializzate nella gestione di megacentri per migranti. Tra i "big" dell’"accoglienza profit" ci sono “la norvegese Hero e la tedesca European Homecare che dagli anni 90 fa affari espandendosi in Polonia e ex Ddr”

Altra azienda leader è il gruppo elvetico Ors, che Valori dice essere già presente in Italia. “L’azienda svizzera – controllata dalla società finanziaria londinese Equistone Partners, legata alla Banca Barclkays - gestisce da anni decine di centri in Svizzera, Austria e Germania; il 22 agosto ha annunciato il suo ingresso nel nostro Paese con Ors Italia Srl, e avrebbe già ottenuto un affidamento dalla Prefettura di Roma.

Ors che sta perdendo i suoi sette centri in Austria guarda con interesse all’Italia.

La sua fama è dubbia. Scrive Valori: “nel 2015 Ors è stata travolta dalle polemiche per la pessima gestione del centro di Traiskirchen: progettato per 1.800 persone, era arrivato a ospitarne 4.600. Per il giornale Usa Today, Traiskirchen è stato gestito con la logica delle carceri private statunitensi: taglio dei costi e massimizzazione del profitto”.

Secondo Amnesty International le condizioni di vita in questo centro erano disumane e aveva denunciato in modo particolare, la scarsa cura prestata ai minori non accompagnati.

E’ il caso di dire che ora comincia “la pacchia” per chi usa i migranti per fare soldi. Una pratica già usata in Italia con mafia capitale secondo cui l’affare migranti valeva di più della droga.

Il dossier di Valori è stato illustrato alla Camera da Emanuele Isonio e Rosy Battaglia, autori di parte delle analisi, e da Nicoletta Dentico, vicepresidente della Fondazione Finanza Etica.

Link Dossier: https://valori.it/dossier/gennaio2019/

Vincitori di una guerra sporca che farà aumentare disuguaglianze, razzismo, crimine e tensioni sociali». Tra i "big" dell’"accoglienza profit" ci sono la norvegese Hero e la tedesca European Homecare che dagli anni 90 fa affari espandendosi in Polonia e ex Ddr: «Era come una licenza per stampare soldi», ha dichiarato un ex dipendente al Wlz, quotidiano locale tedesco. Parole che riecheggiano le intercettazioni di "mafia capitale", quando Salvatore Buzzi, diceva che «il traffico di droga rende meno».

Il ministro dell’Interno austriaco Herbert Kickl vuole una nuova agenzia pubblica al posto dei privati.

 «Una ragione in più – scrive Valori.it – per guardare all’Italia e al suo mercato più promettente». Le prefetture ora, per accelerare i tempi, possono ricorrere alla procedura negoziata senza pubblicazione del bando di gara, anche se con la vigilanza dell’Autorità anticorruzione.

Il ministro ha ridotto la quota di spesa procapite da 35 a una forbice tra 19 e 26 euro, dicendo che l'Italia aveva le quote più care d’Europa. «Falso – afferma Emanuele Isonio – visto che Belgio, Finlandia, Svezia e Slovacchia spendono di più. E la Germania nel 2017 ha investito 21,3 miliardi per l’integrazione». Non solo. Secondo il dossier, l’accoglienza "modello Salvini" pur tagliando i servizi per l’integrazione - insegnamento della lingua italiana e sanità - farà impennare i costi. «I documenti Anci depositati alla Camera denunciano che nei megacentri si spenderanno 14mila euro per richiedente asilo a fronte del 6.300 nel sistema diffuso degli Sprar». Mentre infatti un profugo resta in una struttura Sprar mediamente 6 mesi, la permanenza nei Cas, i centri di accoglienza straordinaria, varia da 18 a 24 mesi, con una spesa più che doppia.

A questo popolo di potenziali disoccupati ed emarginati si sommeranno tutti gli irregolari prodotti dal Decreto sicurezza: i titolari di vecchi permessi di protezione umanitaria (circa la metà) che non se lo vedranno convertire in alcune nuove fattispecie molto più selettive, saranno espulsi dagli Sprar. «Aumenteranno così gli irregolari, disperati pronti a aumentare il numero di chi vive di espedienti. Per l’Ispi (Istituto studi politica internazionale) saranno almeno 140mila in 30 mesi, tra giugno 2018 e dicembre 2020».

 

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