Primo Maggio 2024. Più Europa e meno nazionalismo | Dino Perboni (CISL)
Egregio direttore, a 152 anni dalla morte di Giuseppe Mazzini, esponente di punta del Risorgimento italiano e fondatore della ‘Giovine Europa’, che promuoveva l’indipendenza e l’emancipazione dei popoli dalla sudditanza ai regimi assoluti... voglio sottolineare l’attualit à della visione che seppe esprimere, a partire dalla necessità che il riassetto de ll’Europa dovesse fondarsi contemporaneamente su economia e politica.
Si trattava di una teoria innovativa, che prevedeva Stati europei costituiti su basi economiche uniformi, con l’abolizione di ogni dogana tra nazione e nazione. Ma si dovette attendere il 1941, affinché si sostanziò il progetto di un’Europa libera e unita, con il Manifesto di Ventotene scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni...
Da allora moltissima strada è stata fatta, anche se non sempre nella direzione giusta e a un ritmo adeguato al rapido mutamento del mondo, dalle speranze suscitate dall’abbattimento del muro di Berlino e dal processo di unificazione continentale dell’Europa. E ai giorni nostri dalle minacce provenienti dall’ir ruzione dei nazional-populismi in Europa fino alle tensioni geopolitiche causate dalla guerra in Ucraina e dal conflitto in Medio Oriente, dalle crisi d e l l’estremo Oriente fra la Cina e Taiwan alla crescente minaccia della Corea del Nord, nonché dalle fratture all’interno del mondo Occidentale. In un tutta questa nebbia, una certezza ci viene ancora data dallo spirito e dall’intuizione del progetto Europeo immaginato dal Manifesto di Ventotene: la Patria Europea è il nostro orizzonte di riferimento se vorremmo consolidare la pace e il benessere di un continente da sempre minacciato dal virus del nazionalismo con le sue conseguenze, che il 25 aprile abbiamo ricordato celebrando la Festa della Liberazione. Oggi è il momento della memoria e del coraggio, come lo fu più di settant ’anni fa quando l’Europa trovò la forza di rialzarsi, di camminare, di continuare a costruire l’edificio dell’integrazione federale dell’Eu r op a per un’Unione politica.
Le crisi economiche prima del Covid, il dramma del Covid e le sue ricadute sociali ed economiche poi, hanno messo a dura prova il progetto dell’Unione Europea, ma seppur con molte difficoltà l’Euro - paha saputo battere un colpo nei momenti più duri. Come parti sociali, come movimento sindacale, crediamo sia cruciale, per affrontare le sfide e progettare un futuro di sviluppo e benessere, che il progetto Unione Europea sia rilanciato in modo nitido e forte. L’Europa deve proseguire il suo processo di integrazione, completare l’Unione economica, accelerare la convergenza sui diritti e le tutele sociali, rafforzare la prospettiva dell’Unione politica.
Si deve comprendere che i cittadini europei sono molto preoccupati, vivono con frustrazione, disagio e sofferenze la complessità dei nostri tempi. Così come va sostenuta la partecipazione dei giovani. Come sindacato crediamo importante che il prossimo Parlamento Europeo, così come le restanti istituzioni Europee, si occupino prioritariamente di una serie di azioni e direzioni strategiche per rafforzare il tessuto connettivo dell’Unione Europea unendo persone e luoghi, rigenerando le comunità, le persone, le generazioni e il luoghi di vita... Siamo convinti che l’Europa ha percorso molte tappe nello sviluppo di una cultura delle relazioni sindacali, ma è altrettanto vero che molto resta da fare.
Come parti sociali siamo portatrici di una cultura e di una prassi che vede nella partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori e nelle relazioni sindacali gli strumenti strategici per una crescita e uno sviluppo delle imprese non solo fine a se stessa, ma indispensabile per le persone e per le comunità. Per tali ragioni, intendiamo promuovere e favorire un rinnovato protagonismo delle parti sociali nel contesto delle istituzioni europee e nella crescita del protagonismo sociale, in quelle nazioni dove ancora fatica a svilupparsi il dialogo sociale. Occorre difendere i diritti dei lavoratori. C’è bisogno di più Europa e meno egoismi naz ionali. . .
Dino Perboni Segretario generale Cisl Asse del Po