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Quando la cittadinanza diventa ‘coesione sociale’ di Gian Carlo Storti

Oggi, nel 70° anniversario del Referendum che ha scelto la Repubblica ed ha permesso alle donne di votare, non dobbiamo disarmare , anzi dobbiamo rilanciare quei valori ed interpretarli nel mondo di oggi. Complimenti dunque alla Giunta Galimberti ed a tutti gli altri sindaci che hanno compiuto la scelta di consegnare la costituzione ai 18enni ed ai nuovi cittadini

| Scritto da Redazione
Quando la cittadinanza diventa ‘coesione sociale’ di Gian Carlo Storti Quando la cittadinanza diventa ‘coesione sociale’ di Gian Carlo Storti

Stamane, 2 giugno 2016, ho partecipato ,come cittadino, alla cerimonia di consegna della Costituzione e dello Statuto Comunale ai 18enni ed ai nuovi cittadini.

Cerimonia sobria ma toccante. E’ bello infatti vedere i nostri diciottenni sfilare davanti al Sindaco ed al Prefetto assieme a famiglie intere di ex migranti che hanno chiesto ed ottenuto la cittadinanza italiana.

E’ un grande segno di civiltà ed un forte momento di coesione sociale. Che cos’è la cittadinanza se non un fondamento forte dell’unione fra le popolazioni ed il territorio?

Vi sono comunità non italiane che a Cremona si muovono convintamente sulla strada dell’integrazione. Ogni comunità ha il suo passo, alcuni più veloce , per altri più lento. Ecco noi che ci rendiamo conto che abbiamo bisogno di loro e del loro lavoro per mantenere il livello di benessere raggiunto dobbiamo essere da quella parte ed incentivare ogni iniziativa che va nella direzione dell’accoglienza e dell’integrazione.

Ed è per questo che bisogna sostenere la realizzazione della consulta del migranti come passo ulteriore verso l’integrazione.

Mi ha colpito la vicenda dei profughi accolti in chiesa a Ventimiglia che da concretezza a quella accoglienza chiesta a gran voce da Papa Francesco che ha invitato gli uomini di chiesa ad aprire le porte ai migranti.  E la dichiarazione del  vescovo di Ventimiglia-Sanremo, monsignor Antonio Suetta, è chiara e ferma . Infatti si è detto disposto anche ad accogliere le tende in un terreno del seminario, chiedendo alla Croce rossa di pensare a pasti e assistenza e alla Protezione civile di allestire i servizi igienici. “Se vorranno uscire da qui  usciranno per conto proprio, non perchè io li caccio- ha dichiarato”.

In queste ore sta rinascendo la polemica per  un ulteriore possibile arrivo di altro 400 migranti nella nostra città. ‘ Ma non ci sono più posti’ scrive al centro pagina il giornale locale.

E’ questo un segnale che si dà prima di tutto alla popolazione ostile all’accoglienza. Non credo, personalmente, che non sia possibile trovare posti per 400 migranti su tutta la provincia di Cremona. I luoghi ci sono e le risorse economiche ed umane  anche.

Il problema semmai come denunciano  le varie organizzazioni  del terzo settore ed in particolare la Comunità Pachistana Cremonese sono i tempi biblici che la nostra burocrazia impiega per dare loro risposte precise circa i documenti  che permettano loro di muoversi in Italia ed in Europa. Bisogna dunque lavorare su questi versanti e non incitare al respingimento.

Oggi, nel 70° anniversario del Referendum che ha scelto la Repubblica ed ha permesso alle donne di votare, non dobbiamo disarmare , anzi dobbiamo rilanciare quei valori ed interpretarli nel mondo di oggi.

Complimenti dunque alla Giunta Galimberti ed a tutti gli altri sindaci che hanno compiuto questa scelta.

Gian Carlo Storti 

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