Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 06.58

Ricostruire la sinistra: se non ora quando | Articolo UNO Cremona

Fondamentale il lavoro con gli attori sociali e i movimenti giovanili. Ecco l'ordine del giorno di Articolo UNO

| Scritto da Redazione
Ricostruire la sinistra: se non ora quando | Articolo UNO Cremona

Il nostro Congresso si sta sviluppando in un momento drammatico per l’Europa nel cui cuore si è aperta la ferita di una guerra che non riguarda solo il destino e la libertà del popolo ucraino, occupato e bombardato dalla Russia per esclusiva responsabilità del regime di Putin. Un momento che sta già modificando rapidamente e in modo traumatico la fase storica che stiamo vivendo mettendo in discussione gli orientamenti che faticosamente si erano da poco definiti in Italia e in Europa di fronte alla sfida dei cambiamenti climatici e alla gestione della pandemia da Covid-19.

In discussione non sono soltanto le politiche confluite nel PNRR che si vorrebbero ridimensionare, diluire e persino distogliere dagli obiettivi della decarbonizzazione, non solo le previsioni di ripresa economica che il rischio di una recessione su ampia scala sta frustrando, ma gli stessi equilibri mondiali.

Il problema è che questa guerra, se non viene fermata, sta trasformando noi, noi cittadini italiani ed europei. Ci sta riportando indietro. Di fronte alla richiesta, disattesa, di raddoppiare il budget pubblico della ricerca portandola nell’arco di alcuni anni dall’attuale 0,5% a livelli tedeschi (1,1%), la risposta che si paventa nel nostro Paese è quella di riprendere un orientamento del 2014, sinora non considerato come tanti altri orientamenti simili, relativo ad un incremento della spesa militare al 2% del PIL e tramutarlo in legge dello Stato.

Si rinuncia ad un ruolo futuro del Paese in nome di un non precisato ruolo dell’Italia sul piano militare. Ecco allora gli impegni che proponiamo vengano assunti da ArticoloUno nei Congressi regionali e nel prossimo Congresso nazionale.

Costruire la pace con mezzi pacifici

Non c’è nulla di più sbagliato che considerare la prospettiva della pace con mezzi pacifici una esigenza che rimane nel cielo dell’etica come fosse una utopia senza gambe, un’ esigenza puramente spirituale. E’ al contrario la prospettiva politica e giuridica indicata dall’ONU nella sua Carta fondativa per fermare i conflitti e individuare le opportune soluzioni diplomatiche: il negoziato al posto della guerra come il punto più alto di convivenza della civiltà umana dopo due guerre mondiali. E’ insomma una prospettiva che richiede più iniziativa politica, più autonomia rispetto alla fedeltà alle Alleanze militari esistenti e più capacità di conoscenza della realtà complessa che è ormai il mondo, fatto di differenze irriducibili ma componibili grazie all’intelligenza umana e alla coscienza planetaria che ci accomuna nella tutela della casa comune.

Prioritaria la lotta ai cambiamenti climatici

L’Unione Europea, pur con tutti i suoi limiti, si è posta all’avanguardia nella lotta ai cambiamenti climatici causati dall’attività umana cercando di convincere le grandi economie del pianeta più riluttanti a darsi l’obiettivo di non superare l’aumento della temperatura di un grado e mezzo. E ha cominciato da sé stessa con la messa tra parentesi del Patto di stabilità e avviando coraggiosamente la Next Generation EU con finanziamenti straordinari garantiti dalla stessa Unione europea.

L’emergenza climatica ci sta sfidando da tempo, ma solo da poco hanno preso avvio politiche che intendono intervenire sulle cause del global warming: abbandono della dipendenza dalle 2 fonti fossili, energia pulita da fonti rinnovabili, mobilità sostenibile, bioarchitettura, efficientamento e risparmio energetico, foreste urbane, recupero di materie prime-seconde dai rifiuti per diminuire la Co2 in atmosfera . Ora la guerra in corso non può essere utilizzata per rallentare ulteriormente la transizione energetica ed ecologica appena timidamente avviata e da inserire in un progetto di ampio e vasto respiro. Anche qui la rinuncia ad aver dato vita a suo tempo ad un programma scientifico di pianificazione delle risorse e dei consumi produce oggi la ricerca di facili scorciatoie o l’illusione che nuove fonti possano essere disponibili in tempo breve.

Energie rinnovabili, agricoltura sostenibile, tutela ecosistemi: scelte strategiche

Anche l’agricoltura, come produttrice di cibo, richiede che adesso l’ Unione Europea punti non solo sulla “sicurezza alimentare” ma sulla nostra “sovranità alimentare”rendendoci meno dipendenti da mangimi, pesticidi e fertilizzanti che importiamo in grande quantità: una agricoltura italiana ed europea più biologica, con meno allevamenti intensivi, liberando terreni per colture alimentari finalizzata dunque al cibo più che all’alimentazione animale e agli impianti di biogas. Terreni agricoli da preservare nella loro fertilità e biodiversità e non da sprecare con nuovi Poli Logistici e nuove infrastrutture tanto care al “ partito del cemento”. L’acqua non può essere quotata in borsa come una merce, è un diritto. Sta diventando una risorsa sempre più preziosa e il suo uso plurimo rischia di diventare problematico anche in regioni ricche di fiumi, laghi e invasi. L’alternarsi di preoccupanti prolungamenti della siccità con periodi caratterizzati da violenti nubifragi ci richiama alla scarsa attenzione che abbiamo posto alla tutela degli ecosistemi e alla manutenzione e sicurezza idrogeologica del territorio.

Interagire con gli attori sociali

La cosa più interessante da richiamare in un Congresso è non solo l’importanza dei contenuti che intendiamo promuovere dentro le istituzioni rappresentative ma l’importanza degli interlocutori che intendiamo privilegiare nei territori: il lavoro politico non può ridursi a quello di produrre comunicati stampa ma quello di interagire con gli attori sociali, con i Sindacati, con le rappresentanze dei luoghi di lavoro, con le associazioni e i Comitati di cittadinanzattiva impegnate nei territori su ambiente e salute, con il volontariato dell’accoglienza, con i movimenti giovanili e studenteschi.

Missione comune: conciliare giustizia ambientale e giustizia sociale

La stella polare sia nei nostri programmi locali, regionali, nazionali, sia nei rapporti Nord-Sud tra l’Europa e l’Africa, tra l’Italia e i Paesi che si affacciano sul Meditarraneo. Riguarda il tipo di sviluppo, l’utilizzo e il valore delle risorse disponibili, l’accesso ai servizi fondamentali, tra questi l’accesso universale ai vaccini e ai farmaci salvavita.

Salute e socialità

In Italia l’emergenza sanitaria e sociale causata dalla pandemia e non ancora superata ci suggerisce quanto una riforma sanitaria più capace di prevenzione, più insediata nel territorio e meno ospedalizzata ed una socialità sana a tutte le età siano fondamentali. Quanto le diverse misure di precauzione e di distanziamento abbiano segnato una generazione di giovani ragazze e ragazzi nel pieno della loro adolescenza. Quanto abbia isolato gli anziani. Quanto infine abbia indebolito anche le pratiche di una democrazia partecipativa che non può vivere solo online.

E questo vale anche per la vita di un partito come Articolo Uno che è incappato nelle limitazioni imposte dalla pandemia proprio nel momento in cui avrebbe dovuto svolgere il maggior sforzo di radicamento nei territori e avrebbe dovuto sviluppare un ruolo decisivo di ponte tra PD, Movimento5stelle e Sinistra diffusa.

In parte questo compito è stato assolto e lo si è visto nelle convergenze nazionali tra i leader, sempre meno casuali e sempre più convinte. Meno evidenti e meno consolidate queste convergenze in periferia.

Decisive le alleanze per un campo largo

In questo Congresso dobbiamo decidere se continuare questo lavoro di ponte nei territori e cercare di trasformare le possibili convergenze valoriali e programmatiche in alleanze: alleanze dinamiche e attive capaci di allargare il consenso e mobilitare nuove energie.

Quindi ridarci quell’orizzonte originario della creazione di un campo largo e plurale, di una Costituente delle Sinistra, di quella Sinistra che si è frammentata tanto da non esistere più come Sinistra organizzata e partecipata, ma che oggi si caratterizza per essere una “sinistra liquida”, un indistinto corpo elettorale.

ArticoloUno per ricostruire la Sinistra del lavoro

Questa allora la decisione principale: rilanciareArticoloUNO e ridare vita ad una Sinistra sociale, capace di recuperare i rapporti col mondo del lavoro, con i Sindacati, con l’associazionismo e il volontariato dell’accoglienza, nella consapevolezza che senza l’azione degli attori sociali le stesse riforme risultano deboli e le conquiste sul piano dei diritti civili, sociali ed economici precarie.

La precarizzazione del lavoro ha già causato la precarizzazione dell’impegno politico da parte di intere giovani generazioni. L’indebolimento dei Sindacati, sotto la spinta di indirizzi neoliberisti, non ha fatto bene né all’ economia né alla salute della nostra democrazia. Per questo la conquista di un salario minimo legale, la riduzione dell’orario di lavoro sono da inserire in un quadro di ripresa e valorizzazione della Contrattazione nazionale e aziendale. L’interesse nazionale di un Paese è anche questo: la vitalità delle proprie dinamiche sociali!

Dopo Draghi: rilanciare la democrazia dell’alternanza

Manca poco alla conclusione di una Legislatura quantomeno contraddittoria. Per questo rilanciare la democrazia dell’alternanza dopo l’esperienza del Governo Draghi è salutare per tutti. E’ salutare per ridare credibilità ad una politica commissariata, è salutare per costringere la politica a rimettersi in gioco.

E rimettersi in gioco non può significare ripiegare su vecchie appartenenze, adagiarsi dentro ripari che difficilmente possono essere l’architrave del nuovo. La sfida del bipolarismo, cioè di due schieramenti politici distinti che competono per il Governo del Paese, ha bisogno che il nostro campo largo sia dotato di ponti che costruiscano alleanze e che intercettino nei territori le tante energie e le tante esperienze diffuse. Soprattutto che suscitino nuove energie che sentano di essere chiamate a costruire una storia nuova che ci liberi dalla dittatura di un eterno presente che militarizza la sicurezza, blocca la conversione del modello di sviluppo, impedisce pensieri lunghi, sfrutta persone e ambiente, non vede il valore di società aperte al futuro, al mondo nuovo da costruire insieme.

L’ecosocialismo come visione e pratica trasformativa

Questo dovrebbe significare ecosocialismo: costruire una Sinistra che compone utopia e conquiste intermedie, critica del capitalismo e dei modelli economici e sociali che ispira, lotta alle disuguaglianze e trasformazione della società, cultura di governo e riformismo forte, rifiuto di pratiche consociative e libertà rispetto ai poteri consolidati, welfare universalistico e progressività fiscale, pacifismo e federalismo, liberazione femminile e liberazione umana, ecologia integrale e centralità del lavoro, ricerca e sviluppo e piena e buona occupazione, contrasto del divario territoriale e democratizzazione della democrazia.

A partire da questo Congresso l’ambizione strategica che dobbiamo avere come Articolo UNO è quello di rilanciarne il ruolo e di contribuire a definire la cornice di una piattaforma unitaria del centro-sinistra e della coalizione che si candida al governo del Paese.

Per questo occorrerà una riorganizzazione nazionale e territoriale del nostro Partito, per dispiegare con più forza e maggiore visibilità le iniziative che si vorranno intraprendere, per i compiti che ci si vorrà assumere come forza coerentemente ecosocialista.

Oltre la trappola identitaria

Per noi ArticoloUNO non sarà mai una “ridotta identitaria”, né un partito di mera testimonianza o di autoconservazione di un gruppo, ma è il partito che non rinuncia alla battaglia politica, nato per contribuire a creare e offrire una casa comune al variegato e diffuso mondo della Sinistra. Ricostruire un grande partito della Sinistra, ideologicamente robusto e sostenuto da una forte organizzazione, che dia rappresentanza al mondo del lavoro e alla “questione sociale”, era e deve restare il nostro compito.

Per un disegno più grande di noi

La nostra ambizione è contribuire ad un disegno più grande di noi, non può essere quella di ridurci ad una nuova piccola componente del PD o irrobustirne una delle tante esistenti.

Va bene guardare al PD come baricentro di un’alleanza democratica e progressista nel Paese, nelle Regioni e nei territori, ma senza rinunciare ad essere polo catalizzatore, riferimento dei temi di una sinistra moderna, popolare e di governo, aperta ai nuovi bisogni della società, capace di riprendere il dialogo con quel mondo popolare di cittadini che, per sfiducia, disaffezione o disinteresse, ha scelto di non andare più a votare.

Verso una Costituente della Sinistra

A noi spetta il compito arduo, ma giusto, di contribuire a costruire una Sinistra, fondamentale tassello di un’alleanza democratica e progressista che si candidi al Governo del Paese. Ed è nell’ottica di creare questa nuova offerta politica, unitaria e plurale, che occorre muoversi insieme, assumendoci la responsabilità di costruire, di favorire la nascita di una Costituente progressista che dia vita ad un forte e radicato Partito della Sinistra.

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