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Riferendum Costituzionale L’ANPI doveva rimanere superpartes come organizzazione di Teodoro Scalmani ( Romanengo)

L’antifascismo continua anche dopo ottobre, come dichiara il Presidente Corada. Viva l’ANPI. Signor direttore, sto seguendo da iscritto all’ANPI le varie prese di posizioni sul SI e il NO, a proposito del Referendum costituzionale di ottobre.

| Scritto da Redazione
Riferendum Costituzionale L’ANPI doveva rimanere superpartes come organizzazione di Teodoro Scalmani ( Romanengo) Riferendum Costituzionale L’ANPI doveva rimanere superpartes come organizzazione di Teodoro Scalmani ( Romanengo)

Ho letto sul suo giornale di lunedì 23 maggio, il confronto tra Bona e Azzoni e il 25 l’intervento di Abeni. Dopo il congresso nazionale di Rimini e gli interventi del Presidente dell’ANPI, Carlo Smuraglia, si sono accesi i riflettori dei mass media per la decisione dell’organizzazione partigiana a favore del NO, alla riforma costituzionale. Non è solo una questione di dichiarazione verbale, ma il gruppo dirigente dell’ANPI, invita ad aderire ai costituenti comitati per il NO.Ho letto suli’Unità lo scritto dei 70 senatori del Pd (tra cui il cremonese senatore Pizzetti), in ‘dissenso dalla presa di posizione dell’ANPI’, e mi ritrovo con la loro valutazione: ‘Che sia stato un errore schierare l’ANPI come se fosse un partito’. Come condivido l’intervento dell’emerito ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che dichiara: ‘Ci vuole libertà per tutti, ma nessuno però può dirti io difendo la Costituzione votando NO, e gli altri non lo fanno. Direi che questo offende e mi reca una offesa profonda’. Dicevo che si sono accesi i riflettori sulla posizione nazionale dell’ANPI, ma il dibattito e le dichiarazioni politiche sulla riforma approvata dal Parlamento, erano già note.

Se ne è discusso in un Comitato provinciale su un documento presentato da Abeni a favore del NO, e quindi nel congresso provinciale, come in tutti i congressi di sezione dell’ANPI, proprio in preparazione del 16°  congresso nazionale. Al mio congresso di sezione, a fine gennaio, ho criticato il documento del Comitato nazionale del 21 gennaio, che piegava l’ANPI a favore del NO. E quella fu una sbagliata decisione, perché di fatto avveniva nella fase precongressuale e portava l’Associazione nell’agone politico, non solo nel dibattito tra una posizione o l’altra, ma dichiarava che l’ANPI entrava come parte attiva nei comitati del NO. Al congresso provinciale un gruppo si astenne sul documento che aderiva al NO. Personalmente ho votato contro, perché ritenevo e ritengo un insensato errore politico mettere l’ANPI in una posizione così delicata, a rischio di rottura. A mio parere l’ANPI, come organizzazione, doveva lasciare agli iscritti libertà di adesione e partecipazione al voto referendario di ottobre. Ora, per l’i scritto che dichiara di votare SI, verrebbe ‘proibito’ di partecipare ai comitati per il SI e di parlare a nome dell’ANPI. Va bene rispettare le posizione della maggioranza, ma lo statuto non si regge sulla fotocopia di un vecchio metodo di discussione come il‘centralismo democratico’, e per quegli iscritti, da Bona in poi, non si può pretendere di chiuderli in ‘una riserva indiana’, perché dichiarano di votare SI. Anch’io aderirò al comitato per il SI del paese da iscritto all’ANPI.

Ho grande rispetto personale e politico peri compagni Azzoni e Abeni, ma mi sia consentito dire che: ‘Cari compagni non mi avete convinto’. Con questa riforma costituzionale non si sente ‘il tintinnar di sciabole’, ma piuttosto si modella al cambiamento del pensiero politico sociale della Nazione. Certo con l’avanzata della destra fascista e xenofoba in Europa, ultima in ordine di tempo il voto austriaco, si ravvisano scenari preoccupanti per il futuro democratico del nostro continente. Ma di riforme costituzionali in Italia se ne parla dal 1983 (Bozzi) e dopo le varie commissioni parlamentari, compresa la crostata di D’Alema, qualcosa deve cambiare, e questo governo è nato per fare, soprattutto, la riforma delle riforme, ossia quella costituzionale. Questa riforma non tocca la prima parte della Costituzione, che ne è il cuore etico e politico. Nel documento conclusivo del 16° congresso riminese dell’Anpi, è scritto: ‘Abbiamo sempre affermato che la nostra è una Associazione pluralista, per cui è normale anche avere opinioni diverse. Altra cosa, però, sono i comportamenti. Ovviamente, non sarà ‘punito’ nessuno per avere disobbedito, ma è lecito chiedere, pretendere, comportamenti che non danneggino l’ANPI e che cerchino di conciliare il dovere di rispettarele decisioni, con libertà d’opinione’.(...) L’emerito Presidente Napolitano, Bona ed io, dovremmo stare attenti a quell’“ ovviamente ” perché se diciamo che siamo dell’ANPI e invitiamo a votare SI, a questo punto, saremmo messi in croce. Grande e grave errore politico l’aver trascinato l’Associazione nell’agone politico e partitico, anche se il tema costituzionale è nevralgico per la nostra Repubblica. L’ANPI doveva rimanere superpartes come organizzazione: è questo il punto. L’antifascismo continua anche dopo ottobre, come dichiara il Presidente Corada. Viva l’ANPI.

Teodoro Scalmani (Presidente ANPI - Romanengo)

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