Mercoledì, 08 maggio 2024 - ore 23.19

Romeri ,un guerriero del sindacato

| Scritto da Redazione
Romeri ,un guerriero del sindacato

É morto Baldo Romeri Una vita per la politica e la difesa dell'ambiente
VOGHERA - "Un guerriero del sindacato, della politica anta­gonista e della passione am­bientalista
non c'è più: è mor­to ieri, a Voghera, all'età di 76 anni, Bal­do Romeri.
Negli anni Sessan­ta fu un'icona del sindacato vogherese, nei Settanta con la discesa in politica
consa­crò la sua vita alla difesa del territorio, dell'ambiente e della legalità.
La sua passione lo portò in un vortice d'incarichi e impe­gni.
Romeri sarà ricordato per le sue idee, la personalità e la penna sagace che esercitava in ogni dove.
Il suo è stato un impegno incessante e coe­rente, per Voghera e il suo territorio.
Romeri non vole­va le colline abbandonate al loro destino, non voleva
l'Oltrepò-pattumiera, non voleva il Casinò a Salice, non voleva la TAV se a pagare
dovevano essere le linee dei pendolari.

Romeri voleva una politica fatta tra la gente, voleva il confronto, paesi più ordinati,
città per camminare e non per fare lo slalom fra le auto.
Oggi la salma è stata crema­ta.

Per sua espressa volontà non ci sono stati funerali, né ci­vili né religiosi. 
Eppure la città è già stretta attorno al dolore dei familiari: la mo­glie Giuliana, la figlia Sabina e il figlio Lorenzo. "Il vero Baldo l'ho scoperto nella ma­lattia - spiega la moglie - ; prima avevo visto l'intelli­genza, la passione e l'impe­gno. Quando si è ammalato ho visto davvero che uomo avevo vicino. Un lottatore di una testardaggine oltre ogni immaginazione. Baldo è sta­to un uomo onesto e corretto, peccato solo che non sia stato capito da una politica che ne­gli anni è cambiata rispetto a quella che lui aveva amato ai tempi del Psi».

Era un lombardiano, non un craxiano, era un socialista puro. Romeri nell'immagina­rio dei vogheresi resterà un politico verace che al bar, con gli amici, si crucciava: «Non mi hanno mica capi­to...». Col senno di poi, forse, il suo linguaggio era troppo progressista per un'epoca in cui il cemento e i grandi lavo­ri a tutti i costi contavano più di cultura, storia, identità lo­cale e dell'impegno nel rispet­to delle generazioni che sa­rebbero venute dopo".

Un grande amico e sostenitore del NO al SUPERTRENO

Ho conosciuto Baldo agli inizi del 1992 quando ci trovammo per la prima volta, una trentina di persone, nella sala della Biblioteca di Castelnuovo Scrivia, per impostare una strategia operativa contro il progetto del treno superveloce Mi-Ge. 

Si presentò con la qualifica di capotreno, di verde, ex socialista lombardiano, ambientalista fin dagli anni Settanta. Ci intendemmo al volo, il nostro modo di vedere il mondo coincideva in tutto. 

Allora nel Comitato vi erano molti pavesi e il gruppo di vogheresi era coordinato da lui e ne faceva parte anche lo zoologo Francesco Barbieri, scomparso 11 anni fa.

Fu lui a redigere il primo documento ufficiale e a indicare come dovevamo muoverci.

Sempre presente, copriva tutta la zona dei Comuni pavesi.

Quante assemblee condotte insieme: da Genova Brignole sino a Locate Triulzi, forse le più memorabili. La prima in una sera di ottobre dietro Brignole, in duemila, sorvegliati dai celerini. La seconda nel Palazzetto dello sport stracolmo, in un confronto a quattro: lui, io, il famoso Nicolini capo del Cociv e non so più il nome del funzionario delle Ferrovie.

Li stracciammo e infatti non accettarono più un incontro con noi.

Baldo era di una prontezza incredibile, un facitore di battute che ti distruggevano, di una logica senza smagliature. In più, un uomo schietto, simpaticissimo, estroverso.

Ricorderò sempre quella mattina (quante volte ci recammo a Roma per avere incontri con le varie forze politiche per presentare le nostre obiezioni e alternative!) sull'ascensore del palazzo del Senato. Vi salimmo in quattro di noi e due parlamentari, uno con il sigaro era Bossi. Noi eravamo un po' intimiditi, non Baldo che gli rivolse subito una pungentissima domanda in dialetto vogherese alla quale Bossi rispose con un indistinto borbottio.

Qualche anno dopo Baldo ebbe un attacco ischemico e dovette rinunciare a far parte del Comitato e noi di conseguenza dovemmo arrangiarci senza la sua pressione continua fatta di coinvolgimento suo personale, di idee, di repliche, di articoli, di agganci con personaggi lontani; e soprattutto senza la sua semplicità e sicurezza nel proporre futuri assolutamente intrisi di utopia.

Non ha voluto disturbare nessuno con la sua morte, nessuna cerimonia né religiosa né laica.

Un ultimo esempio di vita anche questo, ma per una volta pur non dissentendo, non gli ubbidisco e voglio, con questo breve scritto e con commozione, ricordarvi chi era Baldo Romeri

antonello brunetti

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