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Sabato 6 aprile inaugurazione de “La mia Cremona”, mostra personale di Antonietta Giannetta alla Libreria del Convegno

È possibile visitare la mostra gratuitamente fino al 6 maggio

| Scritto da Redazione
Sabato 6 aprile inaugurazione de “La mia Cremona”, mostra personale di Antonietta Giannetta alla Libreria del Convegno

“LA MIA CREMONA”: MOSTRA PERSONALE DI ANTONIETTA GIANNETTA ALLA LIBRERIA DEL CONVEGNO FINO AL 6 MAGGIO – INAUGURAZIONE: SABATO 6 APRILE ALLE ORE 17:15

“La mia Cremona”. Questo è il semplice quanto significativo titolo della nuova mostra personale che si apre sabato 6 aprile alle ore 17:15, alla Libreria del Convegno, in Corso Campi 71. Ne è protagonista la pittrice cremonese Antonietta Giannetta.

Ex insegnante, da tanti anni si dedica con passione alla pittura, proponendo con successo i suoi lavori in numerose rassegne collettive ottenendo positivi consensi di critica e pubblico. «La rassegna, visitabile gratuitamente fino al 6 maggio, spiega il curatore, Simone Fappanni, presenta una serie di opere espressamente dedicate a scorci e angoli di Cremona e dintorni. Si tratta di una scelta precisa in quanto l’artista ha voluto raccogliere in questa occasione il frutto delle sue ultime ricerche espressive con opere per lo più eseguite dal vivo, “en plein air”.

Si possono così apprezzare quadri di raffinata intonazione lirica, dove spiccano le torre campanarie della città, il Torrazzo, la Cattedrale, il Battistero, il Teatro Ponchielli e tanti altri edifici che s’incastonano in ardite prospettive, spesso aeree, nelle quali il colore scorre al ritmo di un movimento dinamico. Con la medesima cura, Giannetta realizza suggestive vedute delle nostre campagne, dominate spesso dalla presenza dell’acqua accanto a quella degli infiniti verdi di una natura che conserva intatto un fascino al contempo selvaggio e bucolico, come bodri, fossi e acquitrini, che compongono scenari tipicamente padani visti nell’alternarsi ciclico delle stagioni. Di particolare interesse sono anche le opere dedicate al Po e alle sue rive, spesso ammantate da una vegetazione spontanee che ne accresce il fascino. Sembra, inoltre, che Antonietta voglia riportarci col pensiero alla vita delle campagne d’un tempo, quelle dei nostri nonni, dettate dai ritmi della terra anziché quelli, spesso fagocitanti e caotici, che pervadono profondamente la modernità: un richiamo alle nostre radici accorato quanto discreto com’è nell’indole di questa artista. Una limpidezza espressiva, questa, che rende estremamente credibile la qualità interpretativa di questa pittrice, che sonda la realtà attraverso registri compositi fondati su una tavolozza dalle tinte molto decise ed estremamente brillanti».

Orari di apertura: 15,30-19,30, dal martedì al sabato 9,30-12,30 e 15,30-19,30, domenica 10,00-12,30 e 16,30-19,00.

Esposizione a cura di Simone Fappanni

DOMENICA 7 APRILE ORE 17 BISESTO DI ANDREA VISMARA

«Ti piace giocare, Flavio?». Una domanda banale se non fosse che a fargliela a bruciapelo è la Morte in persona, infida e bellissima, dopo una superba notte d'amore. Kidda, al secolo Flavio Tosetto, è il bassista del gruppo new wave La Carcasse Dansant, nelle vene alcol e speranze tradite, impegnato a riunire la rock band per una serata revival in occasione del trentennale dell'unico disco uscito negli anni '80.

Sul libro del destino, per fatale errore, c'è un nome di troppo: la macabra sfida parte da Venezia e Kidda dovrà essere più veloce di un suo misterioso antagonista nell'interpretare enigmi e indizi sparsi per i cimiteri della Serenissima, di Roma, Milano, Genova, Firenze, proposti sotto una luce completamente inedita: mancano pochi giorni al Carnevale, termine ultimo per scamparla o tirare le cuoia. Guidato da impensabili animali guida come farfalle nere e nugoli di zanzare, questo rocker di mezza età, autoironico e decisamente fuori di testa, incontrerà defunti eccellenti, da Helenio Herrera a Basaglia, da Trilussa a Gassman, da Toscanini a Manzoni, da Artusi a Collodi, da Faber a Govi, così fedeli ciascuno al proprio tempo e alla propria personalità eppure così mordaci, così vivi.

Silvia Regonelli dialoga con l'autore

 

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