Martedì, 07 maggio 2024 - ore 22.38

Salvataggio e rilancio AEM Cremona S.p.A. Ridotto il capitale sociale di 20 milioni di euro

La delibera è stata illustrata dal sindaco Gianluca Galimberti: Perché si fa questa operazione? Perché AEM Cremona S.p.A. chiude il bilancio 2014 con una perdita di 14 milioni, dovuta a diversi fattori che poi rapidamente riprendiamo

| Scritto da Redazione
Salvataggio e rilancio AEM Cremona S.p.A. Ridotto il capitale sociale di 20 milioni di euro

Il Consiglio Comunale di Cremona,in data odierna, su proposta del Sindaco Galimberti di cremona ha ridotto il  capitale sociale di AEM Cremona S.p.A. e contestualmente ha  modificato  dell'art. 5 dello Statuto della Società.

La riduzione di capitale sociale è  azione fondamentale che ci consente di proseguire nel rilancio dell'azienda.

Di seguito i resoconto sintetico dei lavori del Consiglio Comunale.

Ed anche perché AEM ha un capitale sociale di 113 milioni, ragguardevole rispetto al giro di affari legato alle attività che svolge (nell'ordine di circa 10 milioni) e in diminuzione negli anni.

Lo riduciamo di 20 milioni. La copertura della perdita, così, è ripianata dalla riduzione del capitale sociale, che, nella quantità prevista, rispetta la disciplina degli articoli del Codice Civile che regolamenta la riduzione del capitale sociale, ovvero la perdita rilevata risulta inferiore ad un terzo di capitale sociale e non lo riduce al di sotto del minimo legale fissato per le S.p.A. in euro 120.000.

Ora do’ lettura di stralci presi dalla Relazione accompagnatoria al Progetto di Bilancio del Consiglio di amministrazione di AEM Cremona S.p.A.: “Il neo-nominato organo amministrativo ha assunto ad obiettivo prioritario del proprio lavoro l’analisi della situazione finanziaria della società riscontrando un quadro di tensione non trascurabile e reso evidente (i) dai ritardi e mancati pagamenti registratisi, fin dal dicembre 2013, nel servizio di taluni dei finanziamenti strutturati in essere (ii) dalla circostanza che la Società abbia dovuto (segnatamente nel 2014) ricorrere al supporto creditizio di soggetti da quest’ultima controllati o ad essa collegati e (iii) dall’ulteriore circostanza di debiti commerciali saldati con ritardo.

L’organo amministrativo ha potuto riscontrare che la condizione di disequilibrio finanziario della società è il risultato di una serie di concause, tra le quali, principalmente: (i) la dimensione del debito contratto (che si attesta come eccessiva ove rapportata con l’intrinseca capacità di generazione di flussi di cassa finalizzabili ad assicurare un ordinato servizio delle relative scadenze), (ii) l’acquisizione, nel tempo, di immobilizzazioni mediante “leva” e la insoddisfacente capacità autoliquidante di taluni degli “asset” suddetti”.

Leggo altri stralci presi dalla Relazione del Collegio sindacale, ripresi anche nella Relazione della società di revisione Reconta Ernst&Young S.p.A., che confermano e avallano quanto contenuto nella relazione del consiglio di amministrazione:

“Si reputano oltremodo rilevanti le operazioni e i fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell'esercizio (ovvero dall'inizio del 2015), citati nella Relazione sulla gestione, fatti significativi per la comprensione della realtà e delle possibili evoluzioni della vita societaria. L’Organo Amministrativo ha riscontrato la condizione di disequilibrio finanziario della società, accertandone comunque la ragguardevole dotazione di mezzi propri e ha definito un percorso necessario per ripristinare un corretto equilibrio finanziario, che prevede sia la ridefinizione ed il riposizionamento delle attività aziendali sia l’attuazione di un piano di dismissioni relativo a importanti componenti dell’attivo immobilizzato. La necessità di intraprendere iniziative volte alla dismissione di attività aziendali per il raggiungimento di un riequilibrio finanziario è stata più volte ribadita dal Collegio Sindacale in occasione delle riunioni del Consiglio di Amministrazione e dell'Assemblea del Socio, ed è stata in toto recepita dall'Organo Amministrativo. L'Organo Amministrativo si è adoperato per ogni attività propedeutica e preparatoria all'avvio di un piano di dismissioni”.

Piano di dismissioni che ha richiesto un aggiornamento delle valutazioni degli asset che ha evidenziato una minus valenza.

“L’Organo Amministrativo, ritiene che alla luce dell’attività condotta e dei valori attesi di vendita la società detenga una autonoma capacità prospettica di riequilibrio finanziario: per l’ottenimento di tale obiettivo il Consiglio di Amministrazione ha ritenuto necessario richiedere uno “stand still” ai creditori finanziari, LGH compresa, per la definizione di un arco temporale all’interno del quale effettuare le dismissioni e il riassetto gestionale e strategico previste in un piano in fase di predisposizione”.

Il Collegio Sindacale evidenzia che: “la situazione finanziaria è sicuramente in tensione e sono necessarie operazioni nel complesso NON ORDINARIE per riposizionare in un contesto di equilibrio la situazione finanziaria della società. Il Collegio Sindacale si è tenuto costantemente in contatto con la Società di Revisione legale, attraverso riunioni presso la sede sociale, nel corso delle quali sono emersi aspetti rilevanti per i quali si è reso necessario procedere con specifici approfondimenti relativi alla continuità aziendale della società”. Dunque, non solo le azioni intraprese non sono ordinarie, ma senza queste poteva essere compromessa la continuità aziendale.

Continua il Collegio Sindacale:  “Gli Amministratori hanno elaborato il bilancio sul presupposto della continuità aziendale ipotizzando condizioni di continuità operativa, come esplicitato nella relazione sulla gestione e richiamato nella presente relazione. Il Collegio Sindacale, acquisiti dagli Amministratori elementi probativi relativi alle operazioni intraprese dagli amministratori per il rispetto del presupposto della continuità aziendale, dato atto dei significativi miglioramenti occorsi a seguito della nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione avvenuto in data 26 gennaio 2015, ritiene opportuno sottolineare la necessità del riassetto societario e di un piano di dismissioni effettivamente implementato e realizzato per assicurare la continuità aziendale della società”. La relazione dei Revisori, la relazione del Collegio Sindacale, la relazione del Consiglio di Amministrazione sono da tempo a disposizione dei consiglieri. Quindi, c'è un patrimonio che è essenziale per far fronte alla situazione; ci sono dismissioni che sono indispensabili e c'è un necessario riassetto societario che noi abbiamo approvato il 30 marzo 2015. Il piano, fatto di dismissioni e di riassetto, che ha richiesto uno 'stand still' ai creditori finanziari, è in fase di ultimazione. E' quanto andava fatto per garantire la continuità aziendale. Solo la messa in campo di tutte queste azioni ci consente di guardare con fiducia al futuro. La riduzione di capitale sociale è, dunque, azione fondamentale che ci consente di proseguire nel rilancio dell'azienda.

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