Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 16.44

Slovenia, il più grande sciopero dall'indipendenza

| Scritto da Redazione
Slovenia, il più grande sciopero dall'indipendenza

Fermo tutto il settore pubblico contro le politiche di austerità del governo di centrodestra, che mirano a ridurre il deficit statale, con forti tagli lineari ai salari. Chiuse scuole e università, come gran parte degli uffici pubblici.
Anche in Slovenia cresce la protesta contro le politiche di austerità. Oggi, circa centomila dipendenti del pubblico impiego hanno scioperato per protestare contro le misure proposte dal nuovo governo di centro-destra, che mirano a ridurre il deficit statale dal 6,5 per cento dello scorso anno al 3,5 per cento, anche con forti tagli ai salari nel settore pubblico.

Secondo l'agenzia di stampa Sta, ripresa dall'Ansa, quello attuato oggi è stato il più grande sciopero in Slovenia dall'indipendenza conseguita nel 1991. Chiuse tutte le scuole e le università, oltre alla gran parte degli uffici pubblici, sono stati ridotti i servizi ospedalieri e si sono registrati disagi ai confini poiché alla protesta si sono uniti anche i dipendente delle forze dell'ordine e delle dogane.

Secondo Branimir Strukelj, uno dei leader sindacali organizzatori della protesta, si tratta di “un messaggio serio al governo sulla nostra determinazione nella difesa del welfare e dell'istruzione pubblica”. I lavoratori si oppongono in primo luogo all'annuncio della riduzione degli stipendi, tra il 7,5 e il 10 per cento, in modo lineare.

Ma il governo sloveno, in carica da febbraio, pur avendo espresso la disponibilità a negoziare un compromesso, resta però determinato a mettere in atto una serie di forti tagli, per un totale di un miliardo di euro. “E' giunto il momento che anche il settore pubblico accetti il reale stato delle cose, il governo deve assolutamente ridurre la spesa pubblica, in caso contrario l'anno prossimo la situazione sarà peggiore e i tagli più drastici”, ha detto il primo ministro Janez Jansa.

Il debito pubblico sloveno nel 2011 ha raggiunto il 47,6 per cento del Pil, e il governo considera il suo abbattimento essenziale per stabilizzare le finanze dello Stato e rilanciare l'economia della Slovenia, fortemente basata sull'esportazione di prodotti industriali. “Sono dodicimila le aziende che hanno chiuso o sono sul limite del fallimento, non possiamo permetterci di fare altre pressioni sul settore privato, questo sciopero non risolverà niente, anzi, potrà solo aggravare i problemi', ha osservato il primo ministro, annunciando che il suo governo non intende “inginocchiarsi davanti ai sindacati, come hanno fatto altri in passato”.

fonte : rassegna.it

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