Tariffe telefoniche legate all’inflazione. Il NO di Aduc
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha avviato una consultazione pubblica (1) per valutare l'inserimento, nelle tariffe telefoniche, di parametri di aumento delle stesse legate al tasso inflattivo. Alcuni operatori hanno già avviato le proprie promozioni e si stanno preparando a questo nuovo mercato che, qualora reso legale, è sicuro che sarà prima o poi utilizzato da tutti.
Aduc ha inviato una memoria in cui esprime contrarietà (2). Aumenti che aggirano le norme
Gli aumenti tariffari, secondo le norme in vigore, possono essere applicati solo in presenza di un giustificato motivo addotto dal gestore, che deve essere accettato dal consumatore che, nel caso, può recedere senza spese. L’indicizzazione all’inflazione, presentata non come aumento di prezzo ma clausola contrattuale, aggirerebbe queste norme penalizzando due volte il consumatore: canone maggiore e impossibilità di recedere senza spese dal contratto.
Agcom reintroduce la “scala mobile”
L’Agcom interferirebbe in un campo estraneo alla propria competenza. La previsione di una “scala mobile” dei canoni telefonici può avere riflessi di politica economica, di competenza del Governo, e di politica monetaria di competenza della Banca Centrale Europea.
“Scala mobile” ovunque compromettendo competizione e concorrenza?
Ci chiediamo che cosa succederebbe se i dipendenti degli operatori telefonici chiedessero di applicare ai loro stipendi un’analoga scala mobile.
Non solo, ma ogni settore economico si sentirebbe, di conseguenza, legittimato ad usare aumenti di prezzi in questo modo, compromettendo competizione e concorrenza a causa dell’uniformazione delle condizioni economiche praticate alla clientela.
I costi produttivi di un operatore telefonico e non solo, hanno poco o nulla a che vedere con quelli – ben più vari - sostenuti da una famiglia ed inseriti nel paniere inflattivo, per cui è sommamente iniquo che li si possa scaricare sugli utenti.
Fine degli espedienti degli operatori?
Infine, nel comunicato Agcom di avvio della consultazione, ai fini della tutela dell’utente, è previsto che: ”Una volta prevista l’indicizzazione nel contratto, l’operatore potrà modificare le tariffe esclusivamente in misura corrispondente alla variazione dell’indice annuale dei prezzi al consumo”. Dubitiamo che questa regola sarà rispettata e che gli operatori rinuncino a espedienti per aggirare questo divieto: Agcom, Antitrust e tribunali sono pieni di ricorsi contro queste pratiche.
2 - Qui il testo completo della memoria: https://www.aduc.it/generale/files/file/newsletter/2023/aprile/TlcinflazioneAgcom.pdf
COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
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