Complessivamente questa” strada sud”è indicata come un possibile tracciato fin dal 1930 nel Piano Regolatore redatto nel periodo fascista dall’ing. Carlo Gamba. Ripresa pari, pari, nel primo dopoguerra in quello elaborato dall’arch.Luigi Dodi nel 1956 e da allora sostenuta successivamente da tutte le coalizioni ,anche di posizione ideologica diametralmente opposta,che hanno ritenuto che, secondo consuetudine, un anello di circonvalazione che chiudeva la città a meridione, sarebbe stata la“ sua naturale e moderna conclusione” per cui si sono affannate a prometterne la sua esecuzione. Se un tempo poteva esserci una giustificazione a circondare un centro storico murato con schema radio centrico credo che ,più che mai oggi che si ha maggior necessità e consapevolezza del tempo libero e dello spazio verde, chiudere una città con una circonvallazione sia una decisione superata ,o perlomeno poco aggiornata, e comunque più attenta a sacrificare alla mobilità le condizioni urbane complessive e poco sensibile al miglioramento delle qualità di vita della città. Abbiamo ormai molti esempi che indicano che là dove esiste un elemento rilevante e specifico del paesaggio questo deve essere preservato e valorizzato. (vedi ad esempio la collina di S.Luca a Bologna ). Pertanto è ormai orientamento generale quello di non “chiudere”ma lasciare “aperta “la città per favorire la fruizione dell’elemento geografico che ne contrassegna la fisionomia. Noi cremonesi abbiamo un’unica grande risorsa ad uso pubblico e ricreativo nonché naturalistico che è stata suggerita per motivi igienico- ricreativi (dal dott. Grasselli dell’Ufficio Comunale di Igiene sin dal lontano 1910) per l’ubicazione in questa area di un grande parco pubblico che connettesse la città al Po. Abbiamo, a ridosso della città, un ampio comprensorio che contribuisce all’equilibrio bio-ecologico e tempera la canicola di una città compatta e densamente cementificata. Qui abbiamo ampie distese di verde, le zone di golena comprese tra argini ed arginelli, aziende agricole . Abbiamo il fenomeno delle canottieri ed un parco agricolo urbano degno della miglior tradizione mitteleuropea che nel suo uso e nella sua frequentazione si è fortemente radicato nel costume e nel tempo libero dei cremonesi . Da qui ,per chi osserva la città da meridione, si può osservare il profilo più godibile dell’area monumentale della città. Perché dobbiamo intaccare questa risorsa con una infrastruttura che favorirebbe l’aumento dei flussi di traffico e quindi l’inquinamento e, poi, la localizzazione di nuovi insediamenti ( come è fatalmente avvenuto lungo tutte le strade e lungo la tangenziale nord) che quatti,quatti, ricercano la “prima fila”e l’affaccio sul verde????? Come abbiamo già potuto constatare in altre occasioni ,nel tempo, poco potranno contribuire i vincoli urbanistici, le “mitigazioni ambientali” e “le compensazioni naturali”.Certo le problematiche degli abitanti di via Giordano non vanno liquidate senza tentare una soluzione che tenga presente tutte le attuali tecniche di simulazione per trovare le soluzioni meno impattanti e le ricerche e le indagini sul traffico origine-destinazione . Mi sembra , comunque , che la proposta in campo non risolva le problematiche dell’inquinamento atmosferico ed acustico che dovrebbero, invece, ripresentarsi con condizioni peggiorative in quanto provenienti sia dalla strada sud che dalla stessa via Giordano. Credo, comunque,che la soluzione del traffico di quest’ultima ,vada trovata annullandone il ruolo di ciconvalazione meridionale, impedendo e riducendo il traffico pesante e di attraversamento e convogliandolo tutto a settentrione in direzione est-ovest e trasformandola, quindi, in una arteria di comunicazione tra quartiere e quartiere con un sistema a due sensi Via Giordano- via Cadore(liberata dai parcheggi ).Faccio presente che le mie considerazioni derivano dalla constatazione che,in questi ultimi anni ,la città si è modificata spostando lentamente,insieme a parte delle sue funzioni commerciali e direzionali,la sua centralità a settentrione verso via Dante,facendo assumere all’organizzazione urbana un “assetto lineare”, di “lecorbuseriana “memoria ,da oriente ad occidente che si estende dal casello dell’autostrada fino al Porto Canale ed alla zona industriale. Pertanto ritengo corretto ricercare le giustificazioni in un ambito territoriale più ampio che valutarne le conseguenze in una logica di modello di mobilità urbana che coincide con una personale “idea di città” a cui ,come utenti,sarebbe auspicabile aspirare per avere una città più vivibile.
Ritengo, infatti, che questa sia l’occasione per rivedere e coordinare tutto il sistema della mobilità ed assestarlo secondo un disegno di ampio respiro che tenga in considerazione “la grande Cremona”e metta in fila logicamente una serie di elementi; il terzo ponte,la gronda nord o la difesa ad oltranza (fin che potrà resistere ) della’attuale tangenziale , il doppio senso Via Dante-Via Trento e Trieste, il percorso tra il casello e l’abitato del Bosco………… ed il tracciato autostradale come conclusione di un anello intorno ad una città più grande ( che comprende anche Castelvetro Piacentino )tale da rendere inutile la previsione di ogni altro nuovo asse che volesse candidarsi ad essere la tangenziale sud.In questo senso ,quindi,se si dovesse perseguire un modello di città che blocca decisamente lo sviluppo a meridione eliminandone ogni occasione di urbanizzazione e predisporla a settentrione per un passaggio molto rapido sulla prima circonvallazione (tangenziale) e caratterizzato da ritmi meno veloci e decrescenti verso meridione fino alla mobilità gradualmente più lenta nei quartieri, con piste ciclabili e pedonali che raggiungono le aree golenali del Po, forse si realizzerebbe una città più godibile ed un assetto piu’ congeniale a Cremona, alle sue dimensioni, alle sue caratteristiche insediative e geografiche.Comunque,per concludere, mi sembra di dover segnalare che ci sono ben altre priorita’ in campo da soddisfare. Credo che mettendo insieme 15 milioni di Euro ed aggiungendone altrettanti, con il coinvolgimento del settore privato , si potrebbe avere in tempi brevi un ritorno per finanziare opere che potrebbero avere ben altra ricaduta immediata sullo sviluppo della citta’.
Massimo Terzi architetto
Cremona
Terzi M. della necessità della "strada Sud"
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