"Vanno tenuti ben distinti il delirio da altre forme di travolgimento della facoltà di discernimento che, non avendo base psicotica, possono e debbono essere controllate attraverso la inibizione della impulsività ed istintualità": è quanto scritto dal presidente della Corte d'assise di Brescia Roberto Spanó nelle motivazioni della sentenza, depositate oggi, con la quale lo scorso 9 dicembre l'ottantenne Antonio Gozzini era stato assolto dall'omicidio della moglie Cristina Maioli per incapacità di intendere e volere dettata da un totale vizio di mente dovuto ad un "delirio di gelosia".
La patologia psichiatrica era stata riconosciuta da due consulenze, della difesa e dell'accusa, durante il dibattimento
(ANSA).