Giovedì, 27 marzo 2025 - ore 11.50

Un flaneur in bicicletta di Massimo Negri (Casalmaggiore)

Affermo, con altri, che la bicicletta è un mezzo di trasporto democratico, pluralista ed eco-sostenibile.

| Scritto da Redazione
Un flaneur in bicicletta di Massimo Negri (Casalmaggiore)

Un flaneur in bicicletta di Massimo Negri (Casalmaggiore)

Cari amici di Welfare Cremona, partendo dal generale per poi passare al particolare, affermo, con altri, che la bicicletta è un mezzo di trasporto democratico, pluralista ed eco-sostenibile. Democratico perché, a un costo relativamente contenuto, è accessibile a tutti. Pluralista perché diverse sono le sue modalità di fruizione: dalla bici tradizionale senza cambi alla mountain-bike, dalle bici da competizione sportive alle elettriche a pedalata assistita. E infine eco-sostenibile perché è un mezzo di mobilità dolce che, semplicemente, non inquina.

Venendo al particolare di questa divagazione, descrivo due brevi percorsi che di tanto in tanto compio in sella a una classica Dei. Il primo ha come meta Fossacaprara, il secondo Martignana. Abitando tra Casalmaggiore e Vicomoscano (paese di origine), uscendo da casa mi dirigo sulla ciclabile che collega il Comune alla frazione e dopo la chiesa e il bar svolto a destra per Via del Lazzaretto. Si è presto in aperta campagna e passata la “casa rossa” (crocevia di viottoli campestri) sulla destra c’è un bel pioppeto che, soprattutto d’estate, regala un’ombra ristoratrice.

Prima del cimitero, sul lato opposto, lo sguardo si posa sul cippo del Lazzaretto, a memoria della peste che investì Fossacaprara nel 1630, dimezzandone la popolazione. Passato il paese, ai piedi dell’argine, si trova la chiesa di S. Lorenzo dell’XI secolo con il suo caratteristico campanile staccato. Un’oasi di silenzio. Dietro la chiesa l’oratorio e il campetto da calcio.  Davanti, una coppia di aiuole e due alte magnolie ornano il sagrato. Purtroppo l’occasionale passante trova la chiesa spesso chiusa ma quando è aperta per le funzioni si possono ammirare alcuni affreschi, tra cui una “Annunciazione”. Ripresa la bici e salendo sull’argine, altri pioppeti; in lontananza scorre il Po, maestoso. Raggiunta la Canottieri Eridanea una piacevole discesa riporta sulla ciclabile che fiancheggia la statale per il ritorno a casa.

 Il secondo giro, a Martignana di Po, prevede un tratto della ciclabile Vicomoscano-Casalmaggiore,

la vista all’ingresso della cittadina della chiesa del Morotto, cara ai miei genitori, la salita sull’argine maestro nei pressi dell’ex-ospedale e il gradito saluto di benvenuto offerto dagli angeli in stucco dell’arco absidale (ciò che resta) della chiesa di San Rocco e dal retrostante torrione estense. Più avanti, il Lido Po, la chiesa di Santa Maria dell’Argine, l’ex-cascina Sereni ora trasformata in eco-ostello, l’abitato di Agoiolo e infine la sbarra di Martignana che segna la fine del divieto di circolazione delle macchine e l’inizio della discesa al paese che percorro tutta, senza pedalare, sino al ponticello della canalina. Dietrofront di 200 metri e arrivo alla cappella di San Serafino, patrono del Comune. Eretta nel XV secolo era la locazione originaria dell’antica chiesa parrocchiale, prima che le piene del fiume facessero arretrare gli abitanti in una zona interna più sicura. Medesima sorte, peraltro, toccata a diversi paesi rivieraschi, in seguito protetti dagli argini.

La cappella è situata in un’area assai ben curata, dal vialetto d’accesso alle piante ombreggianti.  Nel prato laterale non è raro imbattersi in persone che fanno ginnastica o praticano yoga.

Dietro la chiesetta spicca un “sambot”, ideale punto di rinfresco. Il ricordo va a una simile pompa presente nel cortile dei nonni materni a Staffolo, dove l’acqua era prelevata per gli usi domestici e per innaffiare l’orto. A volte, al giro in bicicletta partecipa pure Luisella perché poi si va a trovare nostra figlia Claudia, con Florjan e la nipotina Nicole cui, in fondo, queste righe sono dedicate.

 

Cordiali saluti

Massimo Negri - Casalmaggiore

 

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