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Un percorso per provare, studiare, ricominiciare ...

| Scritto da Redazione
Un percorso per provare, studiare, ricominiciare ...

Si conclude questo anno 2011 così gravido di avvenimenti e mutamenti da sembrare un periodo ben più lungo dei soli 12 mesi, così come spesso appare nei lunghi inverni o nelle caldi estati, per noi i popoli del Mediterraneo, quando gelo e calura sembrano non finire mai.

Nel 2001 l’abbattimento delle Torri gemelle sembrava aver sconvolto gli equilibri creatisi nei 12 anni successivi all’altro evento epocale della caduta del Muro di Berlino, ma nel 2011, oltre alle tragiche e consuete deflagrazioni di guerre, guerriglie, attentati e bombe di ogni tipo, sono crollati regimi, frantumati poteri, abbattute dittature, persino catturati ed uccisi pubblici nemici!

Altri muri sono crollati o scricchiolano (non tutti…purtroppo!), altri miti del secolo breve ormai tramontato, sono scomparsi o evaporati in un’incredibile quanto insospettabile evanescenza, altri totem spazzati via, persino le maschere della commedia italiana sono passate dietro alle quinte, lasciandoci felicemente orfani di sberleffi e vacuità.

E’ primavera? Lo è o lo sarà per tutte e tutti?

Vedere le strade di tanti luoghi del mondo invase dai giovani uomini e tantissime giovani donne, per quanto velate, che gridano il loro desiderio di libertà, anche a costo della vita o della stessa libertà personale, allarga il cuore e riporta il ricordo ad altre strade, altre piazze, altri colori di passati, prossimi o remoti, di terre lontane o vicine.

La premio Nobel Shirin Ebadi nel bellissimo incontro organizzato anche dalla Rosa Bianca nel mese di novembre ci metteva in guardia sia dal definire “primavera araba”, senza gli opportuni discernimenti, le c.d. rivoluzioni dei paesi nordafricani: «Il primo provvedimento dei Comitati per la liberazione in Libia è stato quello di ripristinare la poligamia. Tante donne libiche e noi con loro ci domandiamo tanti morti per far sì che gli uomini libici potessero sposare quattro donne?», sia “dal rischio di strumentalizzazione delle masse come è avvenuto in Iran con la rivoluzione del 1979 quando, ingenuamente molti giovani uomini e donne lottarono per il desiderio di una vera democrazia mentre un dittatore lo scià Reza Pahlevi fu sostituito da un altro dittatore, un religioso fondamentalista l’ayatollah Khomeini”.

Questo monito ovviamente non deve indurre ad indebolire le speranze che ogni ipotesi di cambiamento dischiude, ma spingere alla vigilanza, a far tesoro della storia, a mantenere vivi e forti i legami generazionali, a reiterare e/od inventare pratiche di gestione dei conflitti con criteri di giustizia pacificata, nonchè pratiche di relazioni fra soggetti e popoli regolamentate non solo da criteri normativi, per quanto necessari e necessitati dalle forme delle moderne democrazie (leggi statuali, regole sopranazionali, tribunali internazionali, sanzioni economiche, ecc), ma costruite anche su modalità differenti, a volte alternative, di convivenza civile. .,

Provare, osare, verificare, studiare, sperimentare, ripetere, ricominciare…

Certo in questo lungo anno si è proiettata l’ombra del Moloch della finanza e dei mercati selvaggi, nutrito di sacrifici umani, per non parlare di interi popoli ,da ultimo ieri, fra migliaia qui tra noi, le operaie della OMSA, insieme alle quali a Genova ci siamo sdraiate per terra e che solo per complicazioni organizzative non abbiamo potuto ospitare a Terzolas, alla scuola della Rosa Bianca, nella stessa giornata della neoministra Elsa Fornero.

Abbiamo negli ultimi mesi intravisto anche noi e non solo i popoli sfruttati di sempre, il volto più crudele di Mammona, ciò che non dovremmo servire, (!) forse una delle Bestie dell’Apocalisse, quella che ingoia tutto, quella a cui il Dragone da il potere ed “una grande autorità” su ogni tribù, popolo, lingua e nazione o quella che obbliga tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte per cui nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome.

La consolazione della Scrittura è che ad una di queste bestie fu dato potere di agire per quarantadue mesi (un tempo limitato…da chi?), l’altra finisce male in uno stagno di fuoco, insieme a tutte le Bestie, i Draghi, i Potentati e o Potenti che più brutti e cattivi non ce n’è!

A loro si contrappone vittorioso solo un Agnello immolato e le moltitudini di giusti, di innocenti, di bambini e bambine, di martiri.

Fuori dall’allegorie (che forse dovremmo riscoprire come ci insegna anche la ripresa della c.d teologia favolosa delle mistiche) a partire nuovamente da subito, agli esordi del nuovo anno, resta la nostra responsabilità tutta laica di chiamare le “cose per nome”, di compiere scelte coraggiose, di rivedere modelli di vita e di economia, di riconoscere i piedi d’argilla di ogni gigante e di non temere di usare la fionda dell’intelligenza coraggiosa e dell’appassionata forza che può mutare, modificare, liberare senza uccidere.

Del resto anche restringendo la visuale al nostro quotidiano,alle nostre relazioni, alle nostre città, al nostro paese, lo abbiamo sperimentato anche nel 2011 quando abbiamo incontrato le donne e gli uomini che lottano, non desistono, costruiscono, nel piccolo o in grande, mettendo al mondo non solo bambine e bambini, quando osano, ma segni di pace, di vicinanza, di prossimità, di giustizia, donne e uomini che continuano a sognare di cambiare gli orizzonti della politica, il volto della democrazia, la gioia di nuovi annunci e comunità ecclesiali rinnovate, donne e uomini che non si arrendono alle avversità, che hanno con coraggio affrontato malattie e la stessa morte, basti pensare alla forza, alla tenacia, alla testimonianza della carissima Gabriella che ci ha lasciato un testamento di vita, che già da solo potrebbe costituire un buon viatico per il 2012, con il categorico invito: Non abbandonate mai nessuno.

E sentirsi accomunati, stretti in un possibile destino anche alle donne e gli uomini che non ce la fanno, che soccombono, che hanno perso la speranza, che sono sopraffatti da dolore e tenebra, che non possiamo abbandonare, così come desidereremmo per noi, per le nostre figlie e figli nell’ora dello smarrimento o della persecuzione!

Nel nostro piccolo di vita associativa nel 2011 abbiamo vissuto intensamente la bellissima scuola estiva di Terzolas, quest’anno proficuamente organizzata con la Casa editrice Il Margine, dal titolo Disuguaglianze-Indifferenze-Mercanti, che anticipando la gravità della crisi economica, metteva al centro il tema della disuguaglianze.

Molti partecipanti, grande attenzione, desiderio di mettersi in gioco alla discesa dal monte.

Per mesi abbiamo poi lavorato, ben prima della precettazione di Todi ad un’autoconvocazione, svoltasi a Roma a novembre, per la costituzione di una rete di collegamento tra associazioni, gruppi, circoli, di ispirazione cattolico-democratica nel tentativo di comprendere, verificare, la fecondità attuale, magari vivificandola, di tale pensiero-azione nella vita sociale, politica, ecclesiale del nostro Paese (vedi il portale www,c3dem.it)

Come potrete facilmente apprendere la nostra associazione ha poi organizzato o contribuito a realizzare molti eventi, grazie allo sforzo di molti in sede locale e su questo uno sguardo al nostro sito (www.rosabianca.it) può rendere l’idea!!!

In cantiere per il prossimo anno, almeno due importanti appuntamenti: in primavera, molto probabilmente fra aprile e maggio un campo mobile in Germania, sulle orme della Rosa Bianca tedesca; in estate, sempre in Trentino a fine agosto la scuola estiva che nell’ipotesi sulla quale abbiamo iniziato a lavorare dovrebbe riparlare del POPOLO/POPOLI.

Su tutto sarete aggiornati come sempre nei modi e con i tempi che i nostri limiti ci consentono.

Certamente ci proveremo,saremo ancora insieme, amiche di speranza, fratelli di viaggio, compagni di coraggio, sorelle di strada, amici di casa, figlie di libertà, padri di dolcezza, nonne di forza, ragazze di colore, madri di allegria, ragazzi di corsa, nonni di racconto, bambine e bambini dagli occhi grandi spalancati sul mondo

Buona strada e buon coraggio.

Grazia Villa - Presidente

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