Venerdì, 10 maggio 2024 - ore 23.42

Zootecnia, successo dell’incontro a Rivolta d’Adda (Cremona) con Prandini e Voltini

L’iniziativa era promossa da Coldiretti Cremona nell’ambito della Fiera di Sant’Apollonia

| Scritto da Redazione
Zootecnia, successo dell’incontro a Rivolta d’Adda (Cremona) con Prandini e Voltini

Sala gremita a Rivolta d’Adda per il convegno Il futuro della nostra zootecnia, organizzato da Coldiretti Cremona nell’ambito della Fiera di Sant’Apollonia, con Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia e Vicepresidente nazionale, e Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Cremona.

Al saluto del Sindaco Fabio Calvi, che ha avuto parole di stima e apprezzamento per il lavoro degli agricoltori e per l’azione di Coldiretti, è seguita l’introduzione di Voltini. «In una zona fortemente vocata alla produzione di latte e alla suinicoltura, abbiamo voluto dedicare questa serata all’incontro con Ettore Prandini e con i nostri allevatori», ha esordito il Presidente di Coldiretti Cremona. «Un’occasione, questa, per condividere il percorso avviato da Coldiretti per la definizione del prezzo del latte dal prossimo 1° marzo». Voltini ha evidenziato l’intensa azione messa in campo da Coldiretti a vantaggio di tutte le imprese agricole del territorio, anche a partire del nuovo corso impresso al Consorzio Agrario di Cremona.

La relazione di Prandini ha preso le mosse sottolineando l’importanza di difendere tutta la zootecnia lombarda: «Il latte è importantissimo», ha detto, «ma la nostra azione e le nostre battaglie non dimenticano la suinicoltura, tutto il comparto carne, l’avicoltura. L’intera nostra zootecnia va difesa e valorizzata». Il Presidente di Coldiretti Lombardia ha ripercorso la battaglia sul prezzo del latte, che ha coinvolto migliaia di allevatori con presidi nelle industrie e nei supermercati, per arrivare all’intesa raggiunta per un trimestre con la multinazionale Lactalis, rimarcando le difficoltà che stanno accompagnando la fase di rinegoziazione del prezzo. Prandini ha illustrato i contenuti dell’incontro appena avvenuto tra agricoltura, industria e grande distribuzione, presso il Ministero delle Politiche agricole, con l’accordo in merito alla maggiore informazione ai consumatori sui prodotti a base di latte cento per cento italiano e l’individuazione di un sistema di indicizzazione per i contratti del latte tra imprese agricole e industriali trasformatori. Non ha taciuto all’assemblea che «le grandi questioni legate al prezzo del latte futuro restano aperte».

Nel dar voce alla sofferenza del comparto suinicolo, Prandini ha rimarcato i dati diffusi da Coldiretti alla vigilia dell’incontro di Rivolta d’Adda, in merito al ridursi del patrimonio zootecnico lombardo. «Lo abbiamo chiaramente denunciato con la nostra presenza al Brennero: mentre le nostre stalle chiudono, schiacciate dai costi in continuo aumento a fronte di quotazioni dei suini non remunerative, dall’estero arrivano montagne di prodotto, pronto per essere spacciato come italiano», hanno sottolineato Prandini e Voltini, ribadendo che «un passo fondamentale a difesa delle nostre aziende è garantire tracciabilità e trasparenza dal campo alla tavola, a partire dall’indicazione obbligatoria della provenienza degli alimenti».

Ancora oggi – sottolinea Coldiretti – quasi la metà della spesa è anonima, per colpa della contraddittoria normativa comunitaria che obbliga a indicare la provenienza nelle etichette per la carne bovina, ma non per i prosciutti, per l’ortofrutta fresca, ma non per quella trasformata, per le uova, ma non per formaggi e latte. Il risultato è che gli inganni del finto made in Italy sugli scaffali riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, così come tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro, che sono stranieri senza indicazione in etichetta, come pure la metà delle mozzarelle.

Dal ruolo dell’Europa alla nascita del Ministero dell’Agroalimentare («Un passo necessario», ha detto Prandini, «per valorizzare i primati dell’agroalimentare italiano, per dare più forza all’agricoltura nel dialogo con gli altri soggetti della filiera, e per avere un interlocutore di governo forte e univoco nei confronti dell’Unione Europea»), dalle difficoltà espresse dagli allevatori cremonesi ai contenuti della legge di stabilità (con le positive conquiste di Coldiretti in merito, ad esempio, all’abolizione dell’Irap e dell’Imu sui terreni agricoli), vari sono stati gli argomenti trattati nel dialogo con gli agricoltori.

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