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10 Febbraio 1945 Una sorte già segnata e la divisa da partigiano di Giorgino Carnevali

Amico Gianni Carlo…ciao! Stavolta ti raggiungo con uno dei tanti “scritti” che sono stati ordinatamente raccolti nel bel libro “Lettere dei condannati a morte della Resistenza Italiana”. Caparbiamente te ne voglio riprodurre uno (di scritto!) che data appunto la giornata del 10 di febbraio, giusto 71 anni or sono.

| Scritto da Redazione
10 Febbraio 1945 Una sorte già segnata e la divisa da partigiano di Giorgino Carnevali 10 Febbraio 1945 Una sorte già segnata e la divisa da partigiano di Giorgino Carnevali

Trecento pagine e poco più di quel libretto, per ricordare gli uomini, le donne, i militari che si sono immolati a un ideale nuovo, che andava contro l’omologazione imposta dal partito fascista. Testimonianze toccanti, commoventi, al tempo stesso pregne di ideali e di orgoglio. Quasi una carrellata dei personaggi, noti e sconosciuti, impetuosa che scorre come un fiume in piena. Lettere dirette ai familiari, ai compagni di partito, alle amate, ad un ideale di libertà che sempre ha risuonato nei loro cuori. Un libro che raccoglie le voci di chi sta aspettando la fucilazione e che inevitabilmente suscita in noi tutti ammirazione e ringraziamento.

Aderire e partecipare alla Resistenza per quei tanti giovani Resistenti significò riconquistarsi la qualità umana, dando significato morale al termine  libertà (per i cattolici anche religioso), una libertà conquistata col sangue fino all’estremo sacrificio della propria vita.  Patria libera, democratica, difesa delle proprie radici, degli irrinunciabili ideali, infine sconfitta dell’oppressore, tutte motivazioni che permisero a quei nostri valorosi giovani di raggiungere gli obiettivi prefissati ed a noi, comuni mortali, un irrinunciabile perenne sprone per discutere, riflettere, fare memoria soprattutto salvaguardare valori inalienabili quali l’Antifascismo e la Resistenza.

LUCIANO PRADOLIN (Goffredo). Di anni 23 – Insegnante a Tramonti di Sopra (Udine) e studente di lingue a Cà Foscari in Venezia – Nato a Tramonti di Sopra il 28 febbraio 1921 - Nel 1944 si unisce alle formazioni della “Udinese” -  Comanda il Battaglione “Val Meduna” della 4^ Brigata I Divisione delle formazioni Osoppo-Friuli - Catturato il 5 gennaio 1945 a Maniago (Udine) da militi del Comando Fascista di Meduno – Processato il 10 febbraio 1945 dal Tribunale Militare Territoriale tedesco di Udine  per appartenenza a formazioni partigiane – Fucilato alle ore 6 dell’11 febbraio 1945 nei pressi del cimitero di Udine da plotone fascista assieme al compagno Gesuino Manca ed altri ventuno.

10 febbraio 1945

Carissima mamma, ho pregato e sperato fino a questo momento, ma la mia sorte ha segnato diversamente. Il tribunale tedesco mi ha condannato alla pena capitale assieme ad altri 23, tra i quali molti di quelli che fu il mio Battaglione. Ti prego di farti coraggio e pensare che un giorno ci ritroveremo tutti tra le braccia di Dio. La mia coscienza è pulita, non mi hanno accusato che di aver indossato la divisa dei partigiani. Forse ho anche pianto. Ora non piango più. C’è stato concesso di chiedere la grazia, ma non spero molto. Quando non sarò più di questo mondo ti prego di unire il mio nome a quello di Armando e di Bepi gli amici, gli eroi, i “puti” che presto rivedrò. Abbi fede come sempre l’hai avuta e pensa con orgoglio a me perché ho fatto il mio dovere e faccio l’ultimo sacrificio per la Patria, per i santi ideali della verità, della libertà e della civiltà. Ti scrivo con il cuore in mano. In realtà mi dispiace lasciare la vita, particolarmente ora che avevo capito il grande scopo ed il grande significato. Vorrei pregare l’Eterno più forte…sì! Vorrei avere una fede più grande, prega anche tu per me. Tante cose vorrei dirti, ma ho una grande confusione in testa. I miei compagni si danno abbastanza coraggio. Ti bacio e ti prego di non piangere tanto. Saluta tutti i miei amici.

Tuo Luciano       

Carissimo Rino, come vedi, tutte le speranze sono svanite. C’è ancora da aspettare la grazia. Come vedi questa è la sorte di quelli che hanno un’idea. Ma è proprio fatale che tutti coloro che hanno un ideale debbano fare questa fine? “O miseri o codardi figliuoli” -  così ormai dice il Leopardi. Unica cosa che mi sostiene è la fede in Dio e la sicurezza che la mia coscienza è pura e che il mio ideale è sacro. Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me, lo so che mi amavi molto ed io altrettanto. Lo so che soffrivi molto e ciò aumenta il mio dolore. Guarda il Paolo! Mi dispiace tanto non più vederlo, lo amavo tanto.

Luciano       

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Resistenza e Liberazione  dunque come valori testimoniati e raccolti in un libro che ribolle sempre e comunque, un atto d’accusa implicito contro l’oppressione nazifascista. I timori, le speranze di essere risparmiati davanti al plotone d’esecuzione, la resa alla dura e atroce verità: sono questi e molti altri gli ingredienti che queste “lettere”, che ti devastano l’animo, intendono dipingere senza retorica alcuna. E’ tutto, grazie, alla prossima.

AI CADUTI DELLA RESISTENZA PER LA  LIBERAZIONE D’ITALIA. “Tutte le volte che pellegrineremo sulle vostre tombe ricorderemo del vostro sacrificio e del nostro impegno”.

Giorgino  Carnevali (Cremona) 

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