Caro Direttore,
anno nuovo, vita nuova? Scordiamocelo e abbassiamo il tiro. «Pensioni, dal 2016 le donne al lavoro per 22 mesi in più. Scatterà sia il gradino previsto dalla legge Fornero per la pensione di vecchiaia delle donne, sia l’aumento di 4 mesi per tutti legato alla speranza di vita». Ecco dove vanno a finire le speranze di vita, nella vecchiaia avanzata. E ce la raccontano talmente bene che quasi ci caschiamo. Ma come li abbiamo tirati su, questi “bambinoni”? Così il sacrosanto diritto di vivere in un paese dignitoso si trasforma in un vivere la quotidianità al limite dell’accettabile. Certo, vivere più a lungo significa anche lavorare più a lungo prima di poter ottenere la tanto sospirata pensione, che continuerà ad allontanarsi progressivamente nei prossimi anni. E se continua così, il traguardo dei 70 anni necessari per andare in pensione sarà raggiunto anche prima delle previsioni. Vecchi e decrepiti, ci trascineremo al quotidiano lavoro come degli zombi? Stiamo facendo veramente “schifo”, come generazione, oppure “di più”? Risultato, avremo i nonni a 70 anni e oltre, le nonne a 67 anni suonati.
Ditemi voi: con quale entusiasmo, con quale vitalità, soprattutto con quanta predisposizione al sacrificio quei nonnetti potranno essere di prezioso aiuto alle loro famiglie? Penso che in questo modo i nonni saranno destinati a scomparire, oltre che essere inevitabilmente surrogati da altri contesti sociali quali le strutture pubbliche, quelle private, gli asili nido, le sempre più gettonate babysitter. I nonni, la memoria della famiglia, con un destino inesorabilmente segnato, scompariranno: la “dimensione nonni”… Fuori! Eppure, per un bimbo i nonni sono da sempre figure importanti, al pari dei genitori, portatori di amore incondizionato, testimonianze tangibili del passato e della continuità della loro famiglia. Senza dimenticare poi l’aiuto pratico che offrono alla famiglia stessa in ogni circostanza, ancor di più nei momenti di difficoltà. Che disastro, gente!
Giorgino Carnevali
