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210 ANNI SPLENDIDAMENTE PORTATI…E SEMPRE …SUL FILO DELL’ENTUSIASMO

Un doveroso incipit esplicativo dedotto dal titolo accattivante. Lo facciamo, partendo dai numeri e da brevi rimandi storici.Inaugurazione stagione 2017-2018 Lunedì 27 novembre 2017 · ore 21.00

| Scritto da Redazione
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210 ANNI SPLENDIDAMENTE PORTATI…E SEMPRE …SUL FILO  DELL’ENTUSIASMO

Un doveroso incipit esplicativo dedotto dal titolo accattivante. Lo facciamo, partendo dai numeri e da brevi rimandi storici.

Nel 1674 la Marchesa Ariberti fece costruire il Teatro di corte per le rappresentazioni riservate alla nobiltà dell’epoca. Tale teatro è l’attuale Teatro “Filodrammatici”. Alla morte della Marchesa Ariberti, il teatro venne ceduto alla Congregazione dei “Filippini” e trasformato in Chiesa. Nel 1798, in epoca di Rivoluzione Francese, con l’avvento di Napoleone Bonaparte e l’istituzione della Repubblica Cisalpina, un gruppo di cittadini, desiderosi di fare rinascere il Teatro “Ariberti” per allestire sceniche rappresentazioni, chiese ed ottenne dal Governo la cessione in perpetuo del teatro e dei locali annessi, testimoniato dall’Atto Pubblico Rogito Pavesi datato  30 giugno 1801.

Il ripristino della destinazione religiosa fu temporaneo. Nel 1807 venne inaugurato da Napoleone Bonaparte il Teatro “Patriottico”, ripristinato dall’architetto Faustino Rodi. Manifesto diventava l’intento degli interpreti del nuovo corso ispirato dall’Illuminismo e concretizzato dall’istituto repubblicano di saldarsi alla coscienza dei ceti liberali e colti della Città; attraverso le attività sceniche e la divulgazione culturale.

Implicitamente, in un contesto ancora proibitivo per il pieno dispiegamento dei principi e della prassi della liberaldemocrazia, la classe dirigente cremonese finalizzava i sia pur contenuti interstizi associativi, motivati ufficialmente dalle attività filodrammatiche, anche all’allargamento delle basi partecipative popolari.

Ben presto il teatro e la società assunsero la denominazione di Teatro Società dei Filodrammatici. Personaggi del mondo culturale, economico e politico, come Ettore Sacchi, Leonida Bissolati, Arcangelo Ghisleri, Giuseppe Sonsis,Pietro Araldi Erizzo ,Giuseppe Garibotti, Camillo Mina Bolzesi, Faustino Rodi, Francesco Poli, Fortunato Turina e tanti altri, ne sarebbero diventati soci, contribuendo al prestigio ed alla feconda operosità del sodalizio. Nacquero e si affermarono nel suo seno la Società Concerti, la Società degli Amici della Lirica ed altre ancora. Ammirevole fu l’attività della Società Concerti. Qualche significativo esempio: il 16 marzo 1913 concerto del violinista FRANZ VON VECSEY, consacrato primo violinista del mondo; 1915 la Grande Orchestra Italiana, diretta dal maestro TOSCANINI;  è in procinto di partire per l’America, ma la Società Concerti la fa “sostare” nella nostra città; 9 marzo 1926 concerto del pianista di fama mondiale BELA  BARTOK.

Dovendo necessariamente essere brevi, sottolineeremo che la fattiva società, volendo essere coerente ed anticipatrice dei tempi, che postulavano nuove modalità di cultura e spettacolo, avrebbe realizzato, più di un secolo fa,  le prime rappresentazioni cinematografiche dei Fratelli Lumiere. Anticipatrice ed, ai tempi attuali, tutrice dell’arte della celluloide; considerando che il Teatro di Piazzetta Filodrammatici costituisce l’unica sala in città di proiezione cinematografica d’éssai.

A latere della prestigiosa attività teatrale, nei due secoli si andò sviluppando una consistente attività circolistica che faceva leva su una diffusa propensione alla convivialità.

Anche, da questo punto di vista, i tempi sono profondamente cambiati. Dei numerosi circoli, prerogativa prevalente della borghesia cittadina, è sopravvissuto solo il Filo. I suoi soci si sono numericamente ridimensionati, ma non desistono. Soprattutto, nel lungimirante impulso di far sopravvivere la testimonianza della Società in forme correlate al cambiamento dei gusti e delle aspettative, la Società con l’adesione totalitaria dei suoi Soci e dei suoi consiglieri ma anche sotto la costante spinta del suo presidente Giorgio Mantovani, si è aperta al nuovo e ad una città che, per il ridimensionamento delle risorse, frequentemente fatica ad incrociare la domanda di cultura e di eventi comunitari.

Alla struttura associativa affacciante alla piccola (e, purtroppo, negletta da chi invece dovrebbe agire in senso diametralmente opposto) piazza fa capo, oltre alla sala teatrale impegnata oltre che nelle proiezioni cinematografiche e nella produzione artistica, un complesso di attività di formazione e di specializzazione. Tra queste la prestigiosa scuola di perfezionamento del canto lirico diretto dal mezzo-soprano Nadjia Petrenko, che sta forgiando dei veri giovani talenti destinati a promettenti carriere.

Presso il Circolo sono basate le iniziative della scuola di recitazione L. Carini, diretta dal regista Beppe Arena, la Scuola di mandolino diretta da Camilla Finardi, la Scuola di Violino col maestro Luca Fanfoni. Oltre ad una serie di sodalizi, come gli scacchi, il bridge, la scuola di tango, l’università della terza, diventando base per una convegnistica di prestigio.

Oggi, questo sodalizio, assieme al suo “vecchio” teatro, deve essere considerato un orgoglio della città di Cremona per tutto ciò che nella Società e nel teatro si è verificato in oltre duecento anni e per quello che ancora continua a proporre, progetti ed  eventi di promozione educativa e culturale. Un’isola libera e democratica senza mai un’interferenza di ordine politico, ma aperta a tutti i cittadini di ogni ordine.

Si può senza tema alcuna di smentita affermare che la Società Filodrammatica, ancorché sodalizio privato nello statuto, ha da tempo valicato i limiti del proprio ordinamento per diventare un’apprezzata e frequentata risorsa della città.

A ciò giova la convenzione con il Comune che garantisce l’accesso per cento serate all’anno, che si assommano alle cento serate cinematografiche.

Ma, per comprensibili ragioni di sostenibilità di un’analisi più dettagliata, dobbiamo dire che il cambio di passo nella lunga esistenza del sodalizio fu segnato dieci anni fa, quando l’entusiastico ed inesauribile impegno di Giorgio Mantovani, oltre che a cambiare mano al funzionamento del Circolo, intervenne su un perno difficilmente aggirabile per il rilancio.

Il teatro-bomboniera, dal punto di vista fisico era esausto ed ai limiti della congruità stabilità dalle norme di sicurezza e di agibilità.

Con un intervento a tutto campo la sala teatrale fu riportata a standard di efficienza e sicurezza e ad un prestigio più elevato rispetto al passato.

Levatura artistica e di grande valore etico (il ricavato della serata andrà alla Ricerca Malattie Rare- Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri).

 

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