Giovedì, 16 maggio 2024 - ore 08.11

88 imprese di autotrasporto scomparse in due mesi. Denuncia CNA Cremona

L’assemblea della CNA Fita chiede di arginare l’agonia del settore.

| Scritto da Redazione
88 imprese di autotrasporto scomparse in due mesi. Denuncia CNA Cremona

Sono 88 le imprese di autotrasporto che in provincia di Cremona sono sparite dall’albo negli ultimi due mesi. L’assemblea degli autotrasportatori CNA Fita si è riunita nei giorni scorsi presso la sede di CNA Cremona in via Lucchini 105 per discutere degli argomenti che in questo periodo attanagliano il settore e lanciare un forte grido d’allarme. Gli autotrasportatori cremonesi hanno infatti gridato la loro forte preoccupazione sullo stato di salute delle imprese italiane, attanagliate da costi altissimi, fiscalizzazione e burocrazia alle stelle, stigmatizzando il forte distacco da parte di alcune associazioni di settore dalle reali esigenze delle imprese.Alcune associazioni hanno abdicato al loro ruolo di rappresentanza e tutela, dando l’impressione di “essere più attente agli equilibri politici e di potere interno più che ai drammi ed ai problemi che stanno vivendo le aziende”. Ed intanto la situazione reale vede a Cremona cessare od essere cancellate altre 88 aziende.L’assemblea della CNA Fita sostiene che sia necessario un cambiamento anche da parte dei partiti e del Governo con riferimento soprattutto al fatto che nessuno dice una parola sul fenomeno del Cabotaggio irregolare e sull’uso esasperato e spesso dubbioso del distacco di personale. I trasportatori italiani affermano di voler “rimanere in Italia e in Europa ma in regime di reciprocità delle regole”.La politica deve prendere posizione soprattutto contro quei soggetti che invitano le nostre imprese a licenziare i dipendenti e trasferire le sedi nell’est europeo o assumere personale dell’est che costa il 50% in meno di un italiano. “Il trasporto italiano è marginalizzato - affermano dalla CNA Fita - dalla costante e ingombrante presenza di stranieri ai quali è permesso quasi tutto (la statistica desolante dei controlli e delle sanzioni della polizia stradale ne è la drammatica conferma) mentre a noi Italiani spesso un minuto di guida in più o l’assenza della scheda di trasporto, responsabilità quasi sempre a carico del committente, ti costa il fermo del veicolo. Due pesi, due misure inaccettabili”.A fronte della facoltà concessa ma spesso abusata alle aziende nate nei Paesi dell’Est o esterovestite che operano costantemente in Italia, di svolgere attività di trasporto applicando ai lavoratori i contratti, la contribuzione sociale e assicurativa dei Paesi in cui hanno sede legale, la CNA Fita chiede l’omogeneità fiscale, del costo del personale, del costo del gasolio e delle regole.“Come assemblea di CNA Fita  - concludono - chiediamo alla politica di farsi carico del disagio delle imprese e della montante disaffezione verso le espressioni della rappresentanza sia politica, che sindacale o imprenditoriale, consci però che solo la politica può intervenire per ristabilire il terreno di equità e di condizioni di partenza per una sana competizione industriale del settore sia in Italia che in Europa”.

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