Adozioni bimbi in Italia: Roma smentisce la stampa slovacca
La polemica sulle adozioni di bimbi slovacchi in Italia ha raggiunto il culmine la scorsa settimana con il blocco temporaneo da parte del Ministero del Lavoro, Affari sociali e Famiglia di nuove adozioni dalla Slovacchia in attesa dell’applicazione nel paese di regole più stringenti. Nel pezzo che avevamo ripreso giovedì dal quotidiano Sme si citava una ammissione da parte delle autorità competenti italiane dell’esistenza di dossier incompleti e dell’impossibilità, da parte della responsabile del Centro per la protezione internazionale dei bambini e dei giovani (CIPC) di Bratislava, Andrea Cisarova, di incontrare in particolare due minori slovacche che erano date per essere rimaste in stato interessante. La Cisarova tornava da un viaggio in Italia, dove aveva incontrato la vice presidente della Commissione italiana per le adozioni internazionali, Daniela Bacchetta, che l’aveva tranquillizzata sulla situazione di vita normale delle due ragazze.
L’Ambasciata d’Italia a Bratislava ci ha anche inoltrato la nota della dott.ssa Bacchetta inviata ai media slovacchi nei giorni scorsi, che però è stato poco letto. Lo proponiamo integralmente più sotto.
Il caso di possibili trattamenti non adeguati ai minori slovacchi da parte delle famiglie adottive italiane è stato scatenato qualche mese fa dal tabloid Plus Jeden Den e dalla televisione Joj, che hanno raccontato di due ragazze rom di 14 e 15 anni adottate in Sicilia. Una di loro avrebbe informato la madre naturale di essere rimasta incinta, ma si sarebbe trattato soltanto di una bravata, che ha però sollevato un polverone e aperto un dibattito in Slovacchia.
A rinfocolare le polemiche era stata in ottobre la deputata Lucia Nicholsonova (SaS, già Sottosegretario agli Affari sociali del governo Radicova), che aveva puntato il dito in una riunione della Commissione parlamentare per i Diritti umani sul fatto che decine di adozioni internazionali sono state compiute senza il placet della commissione slovacca per le adozioni, mentre la Cisarova informava che era in corso una revisione approfondita di tutte le pratiche trattate dal suo centro nell’ultimo decennio. La Nicholsonova affermava che su 357 casi in esame, la maggioranza di bambini erano finiti in Italia, in una proporzione a suo dire sospetta che lasciava addirittura pensare a una possibile diversa destinazione dei minori in questione. In quella occasione fu chiaro che i dossier presso il CIPC precedenti al 2002 erano mancanti o incompleti, non permettendo di fare una situazione dello stato delle adozioni tra il 1993 (l’anno dell’indipendenza slovacca) e il 2002. Abbiamo cercato a suo tempo di contattare la palamentare Lucia Nicholsonova per sentire le sue ragioni, ma la deputata non ci ha mai risposto.
Nel frattempo, è stato trasmesso giovedì 28 febbraio un servizio sul caso italiano nella trasmissione Reporteri della tv pubblica RTVS, realizzato da Ivan Brada e Tony Papaleo – recatosi in Sicilia – che ha fatto luce sui misfatti della stampa slovacca, sollevando i genitori e le autorità italiane da qualunque sospetto. Le due ragazzine vivono in una famiglia siciliana, in un’atmosfera s
DA REDAZIONE, IL 4 MARZO 2013