Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 14.12

Anno scolastico 2017-2018 L’orario ‘fai da te’ porta confusione ed inefficienza di Franco Verdi (Cremona)

Leggo sempre volentieri, e con simpatia, le cronache relative all'inizio dell’anno scolastico, consapevole del valore che questa ritualità simbolica rappresenta nel divenire del tempo della formazione.

| Scritto da Redazione
Anno scolastico 2017-2018 L’orario ‘fai da te’ porta confusione ed inefficienza di Franco Verdi (Cremona)

Ho però il forte dubbio che questo nuovo modo di organizzare il calendario scolastico, con vistose differenziazioni, che creano pure disagio e sconcerto all’interno delle famiglie con figli in scuole diverse, non rappresenti affatto un incremento qualitativo.

Per non dire che la eccessiva disparità sulle date ha ricadute non da poco su ll’organizzazione dei servizi territoriali di supporto alle scuole. Questo calendario fai-da-te non rende ragione alle ragioni dell’aut onomia scolastica che è ben altra cosa rispetto alla disinvoltura, talvolta ostentata, con cui si computano e si declinano i giorni di scuola.

È arcinoto, inoltre, che da Roma in giù, e forse anche da Firenze, i giorni di scuola sono 200, non uno in più, mentre in Lombardia non meno di 208. Le ragioni per cui si calcola e si programma in eccedenza rispetto ai giorni obbligati, non valgono forse per tutti? Per quali arcane ragioni, anche sindacali, gli insegnanti siciliani, ma non solo loro, devono svolgere attività di insegnamento in misura significativamente inferiore rispetto ai colleghi lombardi?

Sono queste questioni, poco tematizzate e non risolte, che inquinano l’immagine della scuola e turbano i processi di riforma, creando climi poco propizi ad una comprensione oggettiva e serena dei contenuti innovativi.

Non per una particolare devozione a San Remigio (1 ottobre) ma nutro viva nostalgia dei tempi in cui il servizio scolastico nazionale aveva un inizio e un calendario certo, simbolicamente evidente, uguale per tutti, ordinato e vincolante, immagine di serietà e di qualità educativa. L’opzionalità del calendario, talvolta creativa talvolta ideologica, non mi pare stia scrivendo una bella pagina.

Franco Verdi (Cremona)

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