Signor direttore, ho notato che nella discussione sull’‘ Area vasta’che dovrebbe integrare le province di Cremona e Mantova viene sempre osservato — da parte cremasca — che da Spino o da Pandino ecc. si dovrebbe ‘andare fino a Mantova’. Non mi pare ci siano state riscontri su questo punto. Ma mi pare lecita una domanda: l’Area vasta avrà, come le province, un proprio capoluogo istituzionale nel quale dovranno concentrarsi una serie di funzioni, sedi, servizi e derivati? Se è così e si conferma l’integrazione suddetta, è già scontato che esso sia Mantova? L’Area vasta ipotizzata per cremonese e mantovano ha caratteristiche che ne supportano l’integrazione. A partire dal plausibile numero di abitanti e dalle caratteristiche socioeconomiche, ambientali, storiche. Balzano però evidenti due questioni problematiche. La prima è l’arretratezza e la notevole criticità per i collegamenti. Da Spino e Pandino a Sermide, Felonica, Ponti sul Mincio ci sono consistenti distanze chilometriche ma soprattutto interrelazioni stradali e ferroviarie assai carenti e disagevoli.
La seconda questione è il peso diretto e indiretto, sia per Cremona che per Mantova, che hanno le funzioni svolte finora dalle due città come capoluogo dei relativi territori. Quindi le non trascurabili ripercussioni che avrebbero consistenti e squilibrate modificazioni in proposito.
Credo che la materia, evitando dannose logiche campanilistiche, richieda attenta considerazione. Se il processo (ora piuttosto fumoso e incerto) di formazione dell’Area vasta andrà avanti, esso dovrà portare un miglioramento per tutti, non certo nuovi squilibri, disagi, deprivazioni e svantaggi per l’uno o l’altro territorio. Se questi problemi fossero già presenti nelle dovute sedi, con buone ed equilibrate ipotesi risolutive, non sarebbe male darne più ampia informazione. Altrimenti mi pare richiedano specifico impegno e risposte non scontate. Giuseppe Azzoni (Cremona)