Dopo il passaggio in CdM, sostanzialmente in questi giorni la riforma proposta dal governo Monti arriva effettivamente sui tavoli dei partiti e all’esame del parlamento.
Molte parole sono state dette e scritte senza avere letto il testo della proposta governativa, atteggiamento abbastanza diffuso sia nelle persone comuni sia tra i giornalisti che non fanno più ricerche e certificazione delle fonti.
La proposta di riforma contiene punti positivi e aspetti critici, sui quali saranno le forze politiche, che sostengono o fanno opposizione a questo governo, ad intervenire come è corretto che sia in una democrazia parlamentare.
Mi rimangono alcuni interrogativi:
-È proprio a causa dell’art. 18 che gli investitori stranieri non vengono in Italia, o non è forse perché l’energia costa molto di più, le infrastrutture sono carenti, la burocrazia è soffocante, la corruzione dilaga … ?
-E’ solo con il mantenimento dell’art. 18 così come è, che si difendono i lavoratori?
-Vale la pena rompere il fronte sindacale e presentarsi così più deboli nei confronti con le controparti?
-Che ruolo hanno i contratti di categoria? Non possono essere quelli gli spazi di intervento per migliorare la tutela dei lavoratori?
-E’ possibile garantire lo sviluppo e l’incremento dell’occupazione per legge?
Vedremo nei prossimi giorni se queste domande potranno avere risposta.
Torna a questo punto in primo piano il ruolo del parlamento, come luogo dove si governa.
Per il PD è una grande sfida: continuare a sostenere il governo Monti, estrema ratio dopo gli ultimi tre anni berlusconiani dove veniva negata l’evidenza di una crisi conclamata, ma migliorare la riforma perché effettivamente modernizzi il mercato del lavoro in Italia, salvaguardando diritti e doveri, e sia di sostegno per una politica di sviluppo che deve però ancora trovare vero spazio.
Daniele Burgazzi
Segretario cittadino PD
