Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 11.45

BlueMed stila l’agenda strategica per l’economia blu del Mediterraneo

Rifiuti marini, pesca sostenibile e la salvaguardia della biodiversità, Conferenza finale online del Cnr

| Scritto da Redazione
BlueMed stila l’agenda strategica per l’economia blu del Mediterraneo

Inquinamento, pesca sostenibile, riscaldamento globale ed erosione delle coste. Sono alcune sfide al centro dell’Agenda strategica del progetto BlueMed, coordinato dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e finanziato dall’Unione europea con 3 milioni di euro, nell’ambito del programma Horizon 2020. Risultati del progetto, finalità e priorità dell’agenda vengono presentati da oggi al 24 febbraio durante la conferenza finale on line  trasmessa dal digital hub organizzato alla sede centrale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Saranno presentati anche i risultati di Snapshot, un progetto Cnr che ha quantificato gli effetti dei lockdown sugli ecosistemi marini e costieri in Italia

Al progetto BlumeMed, durato 4 anni, hanno partecipato 9 Paesi europei (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Malta, Cipro, Grecia, Croazia, Slovenia) e 11 partner, coinvolgendo tutti e 22 i Paesi del Mediterraneo, compresi quelli africani e asiatici.

Il coordinatore del progetto, Fabio Trincardi, direttore del Dipartimento scienze del sistema Terra e tecnologie per l’ambiente del Cnr (Cnr-Dsstta), spiega che «Ogni Paese ha una percezione diversa di quali siano i problemi più importanti a causa della diversa natura del proprio territorio, di una diversa incidenza degli impatti antropici storici sul proprio territorio e, infine, a causa delle diverse culture- Per questo BlueMed è stata innanzitutto una grande avventura che ci ha portato a stabilire in modo partecipativo una Agenda strategica dell’economia blu del Mediterraneo con tredici priorità comuni e con un piano di implementazione che definisce anche come e in che tempi si possa realizzare ciò che è stato valutato prioritario».

E gra le priorità individuate ci sono i rifiuti marini de Fedra Francocci, ricercatrice dell’Istituto per gli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino del Cnr (Cnr-Ias), responsabile di un’iniziativa specifica di  BlueMed dedicato a questo tema, sottolinea che «Il Mar Mediterraneo rappresenta l’1% della superficie oceanica globale ma accumula il 7% del totale di microplastiche presenti nell’ambiente marino, tanto da essere considerata una vera trappola di plastica. Nel 2018 abbiamo avviato la Pilot BlueMed, cui collaborano gli 11 Paesi di BlueMed su: monitoraggio della distribuzione delle plastiche e impatto sugli ecosistemi; prevenzione della dispersione e rimozione della plastica da mari e fiumi; management integrato dei sistemi di gestione dei rifiuti e delle acque; economia circolare per la valorizzazione del rifiuto e design di nuovi materiali e prodotti pensati fin dall’inizio anche rispetto al loro fine ciclo vita; comunicazione, formazione e azioni sulle policy e finanziamenti».

Nell’Agenda politica ci sono anche la pesca sostenibile e la salvaguardia della biodiversità e Tricardi ricorda  che «Il nostro bacino ha subito decenni di sovra-sfruttamento degli stock che ha portato molte delle popolazioni ittiche più pregiate ad andare al di sotto della propria capacità di riproduzione. Situazione resa più difficile dall’arrivo, dai mari più caldi, delle specie cosiddette “alien” che, a causa del riscaldamento globale, riescono ad attecchire e a soppiantare le specie autoctone, originarie. Consideriamo inoltre che il riscaldamento globale incide anche sulle coste, e l’economia blu dovrà tenerne conto perché aumenterà la ricorrenza di eventi meteorologici estremi, aumenterà l’erosione delle coste, e avanzerà il processo di desertificazione delle piane costiere, aggravato dall’azione dell’uomo che estrae acque dolci dal sottosuolo favorendo subsidenza e ingresso di acque salate dal mare».

Si tratta di tematiche complesse che richiedono un forte impegno unitario a livello mediterraneo e Tricardi conclude: «La novità del progetto BlueMed è aver parlato di questi problemi coinvolgendo tutti i Paesi del Mediterraneo e mandando anche un messaggio chiaro all’Europa: tutta l’Europa è mediterranea perché il Mediterraneo è uno spazio comune come dimostrano traffico, turismo e commercio. Quindi l’Europa intera è chiamata ad agire per il mantenimento e il miglioramento della qualità degli ecosistemi di questo bacino».

Infine, nel corso della conferenza verranno presentati anche i risultati preliminari del progetto interdisciplinare Snapshot, promosso da BlueMed e coordinato da Mario Sprovieri, dirigente di ricerca Cnr-Ias. Verranno mostrati alcuni effetti del lockdown, connesso alla pandemia, sugli ecosistemi marino-costieri italiani tra cui: a riduzione del 30-50% del rumore sottomarino nell’area della laguna di Venezia, diminuzione di circa il 30-80% nella quantità di numerosi contaminanti in varie aree del Paese, la netta decrescita (nell’ordine del 30%) del carico di materia organica da terra a mare in diversi siti analizzati.

La conferenza è gratuita. Per partecipare occorre registrarsi alla pagina http://www.bluemed-initiative.eu/bluemed-final-conference/. Le sessioni sono trasmesse in streaming sul canale Youtube di BlueMed e verranno registrate. I partecipanti inoltre potranno connettersi tramite la piattaforma interattiva Gotowebinar, previa aggiuntiva registrazione (i dettagli saranno comunicati ai partecipanti via mail). Sarà disponibile anche un servizio di interpretariato.

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