Nel dettaglio, l’Ufficio studi riscontra una ripresa dell’indice dei prezzi al consumo dell’1,9% trainata dai prodotti freschi non lavorati i cui prezzi sono cresciuti del 2,4%, mentre, quelli della trasformazione agroindustriale hanno fatto registrare un incremento più contenuto (+1,7%). Dal lato delle variazioni annue (rispetto all’ottobre 2021), la forte spinta inflazionistica è evidente: il carello “generale” di prodotti agricoli, cibi e bevande analcooliche è aumentato dell’13,1%. Rispetto a questa ultima evidenza, a differenza di quanto osservato nella lettura delle variazioni mensili, sono stati i prezzi dei prodotti lavorati a crescere maggiormente (+13,4% contro il +12,9% dei non lavorati).
Concentrandosi l’attenzione sui beni agricoli (non lavorati), infine, l’Istat segnala nel mese di ottobre “l’accelerazione dei prezzi dei vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da +16,7% a +25,1%; +8,2% su base mensile), mentre rallentano quelli della Frutta fresca o refrigerata (da +7,9% a +6,5%; +0,7% rispetto a settembre)”.
Cia, è batosta per famiglie. In media per cibo +384 € da gennaio
Da inizio anno 9,7 miliardi in più rispetto al 2021 per carrello spesa alimentare. Aumento di cui non beneficiano agricoltori, che non si vedono riconosciuto giusto prezzo all’origine

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