Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 11.38

Come funzionano le associazioni no profit

Se cercate in Google le parole "organizzazione non profit", avrete a disposizione diverse definizioni, ma tutte concordano nel descrivere un'organizzazione non profit come un ente il cui scopo è qualcosa di diverso dal realizzare un profitto.

| Scritto da Redazione
Come funzionano le associazioni no profit

Le organizzazioni non profit non hanno proprietari; piuttosto, hanno consigli di amministrazione. Questo non vuol dire che l’ente non generi utili: anche l’associazione no profit può produrre un attivo, ma la differenza sostanziale con gli altri enti è che questo guadagno non si traduce in profitto, vale a dire non è distribuito tra i membri dell’associazione stessa, ma viene utilizzato unicamente per scopi benefici. 

 

In Italia il settore no-profit, o terzo settore, come anche viene chiamato, è in continua espansione, anche a causa della riduzione delle risorse a disposizione dello stato; negli ultimi anni la crescita è stata continua: nel 2019 le istituzioni senza scopo di lucro sono più di 300.000 e impiegano più di 800.000 addetti. La motivazione principale che spinge le persone a creare o a far parte di una onlus è quella di sostenere una particolare causa sociale o di impegnarsi per la difesa del bene comune. Decidere di far parte di un ente no profit non implica solo pensare a ciò che si deve fare, ma anche e soprattutto ai destinatari del proprio lavoro: è un’attività sociale dai grandi risvolti etici, che comprende quindi l’abbassamento della soglia dell’egoismo per innalzare quella della condivisione e della cooperazione. Sentirsi parte di un progetto umanitario  rappresenta un’opportunità importante per chi è alla ricerca di occasioni e luoghi dove riuscire a creare relazioni che non siano frammentarie e superficiali, offrendo al tempo stesso la possibilità di rispondere ai bisogni del territorio e della comunità. Gli esseri umani non sono solo motivati da alti compensi salariali ma anche dall’avere uno scopo lavorativo che vada oltre l’aspetto economico. Ecco quindi che la prospettiva di un impiego dove la relazione con l’altro assume un posto centrale attira sempre più persone: offrire se stessi per donare amicizia, affetto, benessere, gioia. C’è poi l’aspetto del “fare”: il fare qualcosa insieme, l’aiuto pratico, il rispondere ai problemi. In una organizzazione no-profit si possono mettere in gioco non solo le proprie competenze professionali ma anche la propria esperienza di vita. Inoltre chi fa parte di una onlus non solo sviluppa un grande senso di appartenenza all’associazione e alle sue cause, ma instaura anche un rapporto profondo con i volontari e ha la possibilità di allargare le proprie conoscenze di sentirsi in un bell’ambiente. 

 

Un’associazione no-profit è fondata con un atto costitutivo, possiede uno statuto, è formata dai vari organi che presiedono alla sua gestione, ha una propria personalità giuridica, ed è quindi ente privato senza finalità di lucro che utilizza le proprie risorse finanziarie per scopi educativi, religiosi, culturali, sociali e di pubblica utilità. Le organizzazioni non profit reperiscono risorse monetarie sia mediante la cessione di beni e servizi per l’ottenimento di un corrispettivo monetario, sia mediante altre fonti di carattere benefico che non prevedono un corrispettivo, quali le donazioni o le quote sociali. Il controllo di gestione dell’attività, che si potrebbe pensare spetti solo ad enti con scopo di lucro, trova, in realtà, applicazione anche nel mondo del non profit: efficacia ed efficienza nell’operatività dell’attività aziendale non possono essere disgiunte da un accurato controllo della gestione. 

 

A questo proposito, è fondamentale, per l’associazione, avere a disposizione strumenti adatti sia per gestire le attività di raccolta fondi che per il il controllo delle spese di gestione. L’attività di raccolta fondi e gestione delle donazioni può essere meglio monitorata per mezzo di software gestionali ad hoc, che permettono di verificare le attività relative a quote associative, frequenza delle donazioni e gestiscono il contatto con i donatori per la necessaria fidelizzazione, ai fini di stimolarli per nuove elargizioni. Ma quali spese può sostenere una associazione no-profit?

 

In generale, un’associazione no profit deve sostenere tutte le spese relative alla gestione e al mantenimento della sua attività, spese che riguardano, per esempio:

  • il materiale o le attrezzature necessarie all’attività istituzionale svolta con i soci, come corsi, lezioni, convegni, attività di aiuto o sostegno 
  • le spese di gestione e manutenzione dei locali utilizzati come sede legale o operativa (affitto, manutenzione, bollette, utenze)
  • il fundraising, cioè le spese per le attività di raccolta fondi, come partecipazione a fiere di settore, allestimento di postazioni di dialogo con il pubblico nelle piazze e durante manifestazioni, raduni, eventi, mercati all’aperto nonché in edifici di pubblica utilità (stadi, palestre, piscine, etc)
  • le spese relative all’attività commerciale svolta dall’associazione, come vendita di beni o attività a pagamento verso terzi non soci 
  • il rimborso dei pagamenti anticipati dagli associati, dietro presentazione delle relative ricevute fiscali spese di viaggio, vitto alloggio, scheda carburante, etc) : spesso sono i volontari individualmente a sostenere le spese per le varie necessità dell’associazione, volontari che dovrebbero avere a disposizione adeguati strumenti per poter gestire le spese in autonomia a nome dell’organizzazione
  • il pagamento per eventuali prestazioni o attività lavorativa svolta a favore dell’associazione da terzi o da soci (attività di insegnamento, consulenze esterne, attività amministrativa, di segreteria, lavoro temporaneo).

 

Normalmente La gestione economica di un'associazione è svolta in modo autonomo da parte del tesoriere o di un socio incaricato dal Consiglio Direttivo; per associazioni che svolgono anche attività commerciale, le dinamiche gestionali richiedono l’apertura della partita IVA e sono di solito affidate ad un commercialista, anche per il necessario supporto per la dichiarazione dei redditi. 

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