Sabato, 20 aprile 2024 - ore 07.18

Commemorato al Civico Cimitero di Cremona il Giorno del Ricordo

La ricorrenza è stata istituita nel 2004

| Scritto da Redazione
Commemorato al Civico Cimitero di Cremona il Giorno del Ricordo

Cerimonia commemorativa questa mattina, al Civico Cimitero, in occasione del Giorno del Ricordo, la ricorrenza istituita nel 2004 dal Parlamento per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Il Sindaco Gianluca Galimberti, il Consigliere della Provincia Davide Viola, la Viceprefetto Roberta Verrusio e la Vicepresidente dell’Associazione Giuliano Dalmati Laura Calci Chiozzi hanno deposto una corona di alloro al monumento ai caduti giuliano dalmati, presenti le massime autorità militari cittadine e i rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e partigiane.

Dopo l’omaggio, Alberto Dal Bianco, Andrei Debelach e Nicola Zanoni, studenti della III B Informatica dell’Istituto Torriani, accompagnati dall’insegnante Josita Bassani, hanno letto brani nei quali hanno ricordato la la tragedia delle foibe e l’esodo delle popolazioni di origine italiana dalla ex Jugoslavia. I brani erano tratti da Magazzino 18, monologo di Simone Cristicchi, e da opere degli scrittori Scipio Slataper e Giovanni Domenico Suparich.

Laura Calci Chiozzi, esule fiumana, ha ringraziato Cremona per l’accoglienza che la città riservò allora ai tanti profughi che qui trovarono un luogo dove rifarsi una vita. «Non finirò mai di ringraziare chi ci ha accolto. Oggi spira questo vento che viene dalla mia terra, a salutarci, qui a Cremona, dove di vento ne tira poco ricordandoci la bellezza delle nostre terre». Ha concluso il suo intervento portando i saluti del Presidente dell’Associazione Giuliano Dalmati, Mario Ive, impossibilitato a partecipare, e leggendo una toccante poesia che dipinge le terre istriane, scritta da un anonimo, dunque come se fosse stata scritta da tutti gli esuli: «Le candele per noi accese si stanno spegnendo una a una... La notte giunge, ormai, ne ci sarà più alba! Un giorno, forse, si racconterà di un popolo che per viver libero andò a morire lontano, lontano dal proprio mare e da una terra rossa che, vista dall`alto sembra un cuore insanguinato».

La cerimonia al Civico Cimitero si è conclusa con l’intervento del Sindaco Galimberti che, sottolineando l’importanza di questa ricorrenza, ha detto fra l’altro: «La democrazia è un bene prezioso, conquistata con la lotta e i sacrifici. Chiedo ai giovani di insegnarci che ci sono cose che valgono. L’odio genera odio. Non finirò mai di chiedere di vigilare, l’odio è un mare in piena che ci può travolgere. La democrazia è vigilare che l’odio non ci travolga. Noi uomini abbiamo il dovere della speranza. La nostra terra fu accogliente e imparò da voi che accoglienza è crescita, futuro e speranza».

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