Congresso Nazionale PD Primarie del 3 marzo. La corsa a tre: Zingaretti(47,4%), Martina (36,1%) e Giachetti( 11,1%)
A Roma la Convenzione nazionale del Pd ha dato il via alla fase del congresso che porta alle primarie del 3 marzo. Una corsa a tre, Nicola Zingaretti (47,4%), Maurizio Martina ( 36,1%) e Roberto Giachetti (11,1%) sono i candidati alla segreteria perchè risultati i più votati. Una griglia di partenza decisa dal voto di 189.101 persone, corrispondenti al 50,46% degli iscritti
Nei vari interventi i tre candidati alle primarie per la elezione del segretario nazionale hanno meglio ribadito i messaggi chiave delle loro mozioni.
In pista ticket Giachetti-Ascani. Maria Saladino con Martina mentre Francesco Boccia chiede ai sette mila che lo hanno sostenuto di votare per Zingaretti
Zingaretti: "A testa alta per cambiare l'Italia e difendere l'Europa" "La sconfitta del 4 marzo è stata drammatica, storica. È stata una sconfitta nostra e di un campo spazzato via dal voto degli italiani. Da quel giorno abbiamo vissuto il tempo più buio della nostra storia", ha detto Nicola Zingaretti alla convenzione nazionale Pd. "Ora siamo qui a combattere per salvare l'Italia e difendere l'Europa - ha aggiunto Zingaretti -. Dobbiamo capire come aprire una fase nuova per il Paese". "Da oggi viene per tutti noi la prova più difficile ma anche la più bella: no alla gara di insulti ma capire come aprire davvero fase nuova, sapendo che anche quando la pensiamo in modo diverso, è la diversità di una comunità. Hai ragione Maurizio: molti giornalisti mi chiedono 'cosa pensa lei dei suoi avversari in questo congresso?' E la mia risposta è sempre: non ci sono avversai nel mio partito ma concorrenti". "Guai se ci chiudessimo ad un confronto solo tra di noi", ha detto Zingaretti.
Martina: "I miei avversari sono governo, Lega e 5 Stelle" "I miei avversari non sono Giachetti e Zingaretti, il mio avversario è questo governo incompetente, è un premier come Conte, sono Salvini e Di Maio, sono Lega e Cinquestelle, sono la nuova destra illiberale". Lo ha detto il candidato alla segreteria del Pd, Maurizio Martina, intervenendo alla convenzione nazionale del Partito democratico, a Roma. "Credo sia arrivato il momento di presentare una mozione di sfiducia contro il ministro Salvini", dice Martina. "I miei avversari sono Lega e 5 Stelle senza ambiguità. Quelli che hanno chiesto l’impeachment per Mattarella, quelli che umiliano le donne con il decreto Pillon, quelli che chiudono il centro di accoglienza di Castelnuovo e non sgomberano la sede di Casapound", ha detto Martina. "Questo non è un congresso normale, ci giochiamo il futuro del Paese e ci giochiamo il nostro futuro. Molti scommettono che il futuro nasca dalle ceneri del Pd, ma io dico di no", ha detto Maurizio Martina. "Io penso che nelle settimane che ci separano dalle primarie - ha proseguito - deve crescere la consapevolezza che il confronto è una risorsa. Per me è il congresso il mezzo dell'unità". "Senza pluralità e unità si diventa un piccolo partito, ma questo non serve. Voglio fare un congresso sulla prospettiva e non sui rancori, sulle rabbie, sulle rivincite. Non faccio opposizione ai governi del Pd per battere Salvini", ha aggiunto Martina. "Se tocca a me faccio una segreteria unitaria con tutti, ve lo dico: ho bisogno del lavoro di tutti.
Giachetti: "L'unità viene dopo il congresso, non prima" Il momento del congresso è il momento nel quale deve essere fatta chiarezza, si devono esaltare le diversità, non è il momento dell'unità", ha detto il candidato alla segreteria del Pd, Roberto Giachetti, intervenendo alla convenzione nazionale del Partito democratico, a Roma. "L'unita' avviene subito dopo - ha aggiunto Giachetti - deve accadere quello che non è accaduto nei 5 anni passati". "Vogliamo dire al nostro elettorato che quando parliamo di alleanze vogliamo far rientrare quelli che ci hanno distrutto per cinque anni? Senza di noi", ha detto Giachetti. "Abbiamo perso le elezioni, certo. Ma se quando perdiamo le elezioni provassimo a viverla come una sconfitta e non come la morte di tutto, le cose andrebbero meglio. Abbiamo perso anche perché la propaganda ha attecchito. Dobbiamo chiederci se davvero possiamo pensare che il destino del paese è legato alle cazzate che si possono dire per prendere voti. O puntare alla serietà e alla lealtà come ecologia della politica", ha aggiunto Giachetti.
Fonte: Democratica