Sulla base dei numeri si decideranno le caselle nelle quali finiranno le regioni, con la partenza in automatico di provvedimento di contenimento, decise con ordinanze del ministero,già firmate.
Secondo le ultime indiscrezioni, si avviano verso misure dure Lombardia e Piemonte, seguite da Calabria e Puglia.
Qui si va verso un lockdown di tre settimane, già partito ieri da Bolzano.
Il nuovo sistema serve a fare chiarezza alle competenze e capire le responsabilità.
L’idea è semplice. Ci sono tre livelli, uno nazionale e due locali. Tre gironi ai quali si approda sulla base di parametri elaborati dal Comitato tecnico-scientifico: l’indice di contagiosità Rt, la saturazione delle terapie, disponibilità di letti, tamponi effettuati e contagi.
Questi parametri sono il fondamento del documento di 140 pagine — «Prevenzione e risposta al Covid19» —, redatto da Iss e ministero della Salute e condiviso in sede di Conferenza con le Regioni il 15 ottobre. Documento per individuare i «tre scenari», o meglio i «tre livelli», di cui ha parlato ieri il premier Giuseppe Conte.
Se finisci in uno di questi ''gironi'', le misure scattano, in automatico. In caso di inerzia delle Regioni, interviene il governo comunque.
Il lockdown locale/regionale avrà una durata minima di tre settimane: due più una terza per valutare se ci sono stati miglioramenti.
Allo scadere, se la regione è restata nel suo livello, la misura verrà prorogata di una settimana, altrimenti saranno revocate le misure.
Basterà anche una sola settimana di dati negativi per continuare con le ordinanze restrittive.
Le misure prese saranno modulate anche temporaneamente, prendendo in considerazione anche l’altro elemento che mette a rischio pronto soccorso e ospedali, ovvero l’influenza.
ZONACHECK