I migranti che arrivano nelle nostre città in fuga dalle guerre, dalle persecuzioni, dal terrorismo, sono uomini e donne come noi che, all’improvviso, hanno dovuto lasciare le loro case per cercare salvezza da altre parti.
E se fossimo noi a dover fuggire anziché loro?
Se toccasse a tua figlia la sorte della bambina diabetica morta nel barcone perché le è stato sottratto lo zainetto con l’insulina?
Ma siamo ancora capaci di un po’ di compassione umana per la sorte tremenda che tocca a quanti si buttano sulle carrette del mare per non finire massacrati?
Abbiamo ancora un minimo di lucidità per distinguere gli oppressori dalle vittime, distinguere i lupi dagli agnelli che vengono ingiustamente sbranati?
Se così fosse, invece di lanciare slogan contro i profughi che arrivano qui da noi si farebbero proteste contro i signori della guerra, contro i mercanti d’armi che costruiscono le loro fortune trasformando il mondo in un mattatoio.
Allora si chiederebbe ad alta voce ai politici, specialmente a coloro che oggi cavalcano la questione migratoria per fini elettorali, cosa hanno fatto quando, al governo del paese, negli scorsi decenni, dovevano organizzare e gestire i piani di accoglienza e di asilo.
Ci sono responsabilità politiche ben precise che non si possono nascondere dando contro i migranti stessi e tanto meno alimentando un clima di protesta, di paura e di rifiuto qui sul territorio.
Il non avere “aiutato i migranti a casa loro” nei decennni passati attraverso politiche di cooperazione e di partenariato (che garantivano la possibilità di vivere nel loro paese) è una responsabilità mancata da parte delle forze politiche che allora erano al governo e che ora manifestano nelle piazze.
Altra responsabilità politica mancata è stata l’inadeguatezza, a dir poco, di una politica estera che prima ha stretto patti di amicizia e convenienza con alcuni grandi dittatori fornendo loro le armi per reprimere il loro popolo e poi li ha fatti cadere lasciando il paese nel caos, come in Iraq e Libia. Altra grave irresponsabilità politica è stato l’aver lasciato marcire il conflitto siriano aprendo così la strada al terrorismo. Ed ora che i siriani, gli iracheni, i libici ed altri, fuggono dall’inferno in cui si trovano, si grida che la colpa è loro e che vanno respinti.
A quando un impegno serio di partiti, governi e istituzioni internazionali per affrontare le cause a monte delle migrazioni: le guerre, le armi, le violazioni di diritti umani, le ingiustizie economiche che obbligano milioni di uomini a migrare?
E’ questo il vero nemico da aggredire, da parte di tutti: politica, istituzioni, società civile, organismi umanitari, chiese! Su questi obiettivi bisognerebbe fare informazione corretta, mobilitare l’opinione pubblica, responsabilizzare ad ogni livello !
Pax Christi Cremona