Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 02.43

(CR) Pianeta Migranti. 2023, il flop delle politiche migratorie del governo

Molti arrivi, pochi rimpatri, un Cpr sotto sequestro, aumento dell'irregolarità, il fumoso accordo con l'Albania, le condanne della Corte Europea dei diritti dell'uomo.

| Scritto da Redazione
(CR) Pianeta Migranti. 2023, il flop delle politiche migratorie del governo

(CR) Pianeta Migranti. 2023, il flop delle politiche migratorie del governo

Molti arrivi, pochi rimpatri, un Cpr sotto sequestro, aumento dell'irregolarità, il fumoso accordo con l'Albania, le condanne della Corte Europea dei diritti dell'uomo.

 

Ecco la serie di insuccessi delle politiche del governo Meloni. 

Aveva promesso di fermare gli arrivi. Al 31 dicembre, sulle coste italiane risultavano sbarcate 157.652 persone, un aumento del 50% rispetto allo scorso anno. Il numero più alto dal 2016. 

Aveva promesso una linea dura sui rimpatri. Ma di rimpatri se ne contavano appena 3.471 all’inizio di ottobre.

La decisione di aprire i Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) in ciascuna regione, per ora, non ha avuto alcun riscontro ed è stata ampiamente contrastata dai governatori delle regioni, anche della  Lega. Nel frattempo, le campagne di informazione, i report  da parte di numerose realtà tra cui Altreconomia, ActionAid e Mai più lager-NO ai CPR, hanno portato allo scoperto il sistema di illegalità dei Cpr così che, in dicembre, il Cpr di Milano è stato messo sotto sequestro dalla procura per le sue disumane condizioni. 

Il Decreto Cutro ha tagliato molti servizi fondamentali nei centri accoglienza, tra cui la scuola d’italiano, il supporto psicologico e la consulenza legale, dando una stangata al già debole percorso di inclusione dei richiedenti asilo. Una linea “dura”, secondo il Viminale, di cui però si fatica a comprendere l’utilità, visti i risultati.

Si aggiunga poi la maggiore irregolarità, causata dalle restrizioni imposte per ottenere il permesso di soggiorno, che produce esistenze precarie che non giovano né alle persone migranti né ai cittadini italiani perché fattore di tensione sociale. Al punto che il 2023 è stato l’anno in cui funzionari del ministero dell’interno hanno scioperato per la prima volta per protestare contro le condizioni di lavoro, che non consentono la giusta tutela dei diritti dei richiedenti asilo. 

Il governo vanta come successo i partenariati. Il 2023 ha visto la nascita del Memorandum tra Unione Europea  e Tunisia, fortemente supportato da Giorgia Meloni e conclusosi con Kais Saied, il presidente tunisino, che ha rispedito indietro i soldi all’Europea.

Nel 2024 invece, stando alle dichiarazioni, dovremmo vedere venire alla luce una prima parte del tanto dibattuto accordo con l’Albania. Questo piano, secondo un esposto presentato da Riccardo Magi, di +Europa, lo scorso dicembre, dovrebbe costare la cifra astronomica di almeno 645 milioni per i prossimi cinque anni. Tutto per sollevarci temporaneamente da poche migliaia di persone. In realtà, si tratta di un piano che fa acqua da tante parti e che quasi certamente rimarrà lettera morta. 

Infine, non vanno dimenticate le condanne della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo (Cedu), che quest’anno non hanno risparmiato l’Italia e la sentenza del Consiglio di stato olandese, che lo scorso aprile ha stabilito che l’Italia non è un paese sicuro per i migranti, accogliendo il ricorso di due richiedenti asilo. Secondo gli accordi di Dublino, i due avrebbero dovuto venire rimandati in Italia, paese di primo approdo. Ma il tribunale ha dato loro ragione, sostenendo che «al momento i richiedenti asilo in Italia rischiano di trovarsi in una situazione in cui non sono soddisfatti i loro bisogni primari più importanti, come l’alloggio, il cibo e l’acqua corrente». 

Il patto sui migranti raggiunto in sede dell’Unione Europea, benché sbandierato con orgoglio anche dal ministro dell’interno Matteo Piantedosi, è in realtà una magra consolazione per il governo. La distribuzione obbligatoria tra i paesi membri è un punto facilmente arginabile pagando una tassa. Si alzano i muri della fortezza Europa. Si rimane chiusi fuori, mentre dentro ci si perde nel labirinto di una politica che non funziona, fatta per lo più di slogan e propaganda e di scarsa aderenza alla realtà. 

2023, un anno di insuccessi per le politiche migratorie - Nigrizia

 

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