Domenica, 05 maggio 2024 - ore 15.14

(CR) Pianeta Migranti. Il Cpr-lager di via Corelli a Milano prototipo di tutti i Cpr

E’ recente la notizia dell’ispezione della Guardia di Finanza al Cpr di via Corelli a Milano.

| Scritto da Redazione
(CR) Pianeta Migranti. Il Cpr-lager di via Corelli a Milano prototipo di tutti i Cpr

(CR) Pianeta Migranti. Il Cpr-lager di via Corelli a Milano prototipo di tutti i Cpr

Finalmente è crollato il muro di gomma. L’ispezione è arrivata in via Corelli. No alla costruzione di altri Centri di permanenza per il rimpatrio-Cpr, come vuole il governo.

E’ recente la notizia dell’ispezione della Guardia di Finanza al Cpr di via Corelli a Milano.

L’indagine è nata dopo la pubblicazione del report “Al di là di quella porta – un anno di osservazione dal buco della serratura del Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Milano”, pubblicato dall’associazione Naga Onlus e della Rete Mai più Lager – No ai Cpr. Ciò dimostra che il ruolo di vigilanza e denuncia della società civile è stato fondamentale.

Riccardo Tromba, presidente di Naga, associazione indipendente nata nel 1987 a Milano, ha dichiarato: “Abbiamo indagato diversi ambiti dall’inizio alla fine del calvario delle persone trattenute in via Corelli: la visita di idoneità, l’accesso al Cpr, i moduli abitativi, le condizioni di vita interne, l’informazione legale, la deportazione, il diritto alla salute nel Cpr, i trattenimenti ripetuti, il tour dei Cpr, gli atti di autolesionismo, le violenze, le morti, la gestione economica, il diritto di difesa e garanzie, il rispetto di quanto previsto dal progetto con il quale l’ente gestore ha vinto l’assegnazione del bando”. Nel report ci sono testimonianze di sistematica violazione del diritto alle cure: l’assenza di visita medica di idoneità al trattenimento, spesso fatta senza strumenti diagnostici adeguati o con  umiliazioni e abusi. Vengono trattenute persone con malattie gravi e croniche, come un tumore cerebrale e gravi problemi di salute mentale; si prescrivono psicofarmaci in abbondanza, senza alcuna prescrizione specialistica.

Il report segnala anche l’ostruzionismo opposto a qualsiasi tentativo di accesso sia fisico che virtuale al Cpr, e sottolinea che tutta la mala gestione della struttura è finanziata con soldi pubblici.

Ciò che accade in Via Corelli accade in tutti i Cpr, e lo ha denunciato il report “Trattenuti. Una radiografia del sistema detentivo per stranieri” di ActionAid e del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari attraverso dati dettagliati sul sistema di detenzione dei Cpr dal 2014 al 2021, raccolti grazie a 51 richieste di accesso agli atti a Ministero dell’Interno, Prefetture e Questure e a 30 richieste di riesame. Questo lavoro di ricostruzione di informazioni, dal dato complessivo fino alla singola struttura è in formato accessibile e aperto a tutti sulla piattaforma Trattenuti (https://trattenuti.actionaid.it/).

I Cpr dovrebbero essere luoghi di permanenza del cittadino straniero in attesa di esecuzione di provvedimenti di espulsione. L’articolo 14 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 prevede che “quando non è possibile eseguire l’immediata espulsione mediante accompagnamento alla frontiera o il respingimento, il questore dispone che lo straniero sia trattenuto per il tempo strettamente necessario presso il centro di permanenza per i rimpatri più vicino”. I Cpr sono invece luoghi feroci che umiliano e mortificano. Dal 2017 in poi i diversi Governi in carica hanno deciso di investire nella detenzione amministrativa degli stranieri come efficace politica di rimpatrio con l’obiettivo di istituire un Cpr in ogni regione, 20 in tutto, e si è aumentata la capienza fino ai 1395 posti del 2022. Oggi sono attive dieci strutture, ma solo nove sono attualmente aperte e funzionanti.

Andrebbero chiusi, tutti. Invece l’attuale Governo, negli ultimi mesi, ha provato a fare di tutto per potenziarli. Sempre urlando “all’emergenza immigrazione” che però non esiste.

 

 

 

 

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