Giovedì, 18 aprile 2024 - ore 03.31

CR Pianeta Migranti. I Paesi poveri dei Balcani che accolgono gli afgani.

Albania, Kosovo e Macedonia del Nord, tra i più poveri e con i più altri tassi di emigrazione in Europa, accolgono gli afghani evacuati da Kabul dagli americani

| Scritto da Redazione
CR Pianeta Migranti. I Paesi poveri dei Balcani che accolgono gli afgani.

Cremona Pianeta Migranti. I Paesi poveri dei Balcani che accolgono gli afgani.

Albania, Kosovo e Macedonia del Nord, tra i più poveri e con i più altri tassi di emigrazione in Europa, aprono le porte agli afghani evacuati da Kabul dagli americani. Gli altri paesi della regione contrari a qualsiasi forma di accoglienza, anche temporanea. Europa divisa.

Gli Stati Uniti hanno chiesto ai propri partner di accogliere temporaneamente i cittadini afghani evacuati da Kabul in attesa di ricevere i documenti necessari per entrare negli USA.

I primi a dare la propria disponibilità ad accogliere i cittadini afgani evacuati dal ponte aereo sono stati l’Albania, il Kosovo e la Macedonia del Nord.

La ministra degli Esteri albanese Olta Xhacka ha parlato di “dovere morale”, mentre il primo ministro Edi Rama ha paragonato la fuga degli afghani all’esodo del suo popolo nei primi anni ’90. Già 470 persone sono giunte in Albania che, membro della NATO dal 2009, ha partecipato alla missione internazionale in Afghanistan.

Altrettanto significativa la disponibilità del Kosovo la cui presidente, Vjosa Osmani ritiene che “nessuno meglio dei kosovari sa cosa significa essere espulsi e partire con la forza da dove si è cresciuti, separati dai cari e costretti a fuggire per salvare la vita”. Il Kosovo ha garantito accoglienza a circa 2 mila persone per un periodo di un anno.

La Macedonia del Nord, si è detta disponibile ad accogliere 450 persone coinvolte “in missioni umanitarie e di mantenimento della pace, attivisti di organizzazioni per i diritti, giornalisti, traduttori e studenti”. 

Hanno invece chiuso le porte agli afghani in fuga dai Talebani il Montenegro e la Slovenia, con la Serbia e la Bosnia Erzegovina che ha già un grande numero di migranti, tra cui moltissimi afghani, sul proprio territorio. 

La Croazia preoccupata di proteggere i confini Ue da “una nuova marea migratoria capace di destabilizzare l’Europa” si è limitata ad accogliere 20 persone.

Va detto che Slovenia e Croazia, negli ultimi anni, hanno quasi completamente chiuso la rotta balcanica attraverso i respingimenti illegali, con violenze al confine e mancato rispetto dei basilari diritti umani.

Quello che accomuna tutti i paesi, europei e non, è l’ipocrisia con cui viene affrontata la vicenda dei migranti afghani. Nell’ultimo decennio infatti, circa 700 mila afghani hanno fatto richiesta di asilo in paesi europei dopo aver attraversato la rotta balcanica, rimanendo spesso bloccati negli inospitali campi profughi al confine tra Croazia e Bosnia o nelle isole della Grecia, noti per le loro condizioni disumane. Molte di queste domande sono state respinte dalle varie commissioni nazionali che riconoscevano l’Afghanistan come “paese sicuro”. Improvvisamente, il mondo intero si è reso conto dell’insuccesso dell’occupazione occidentale e degli enormi problemi derivanti dal ritorno al potere dei Talebani.

Oggi, per le potenze occidentali, solo i collaboratori hanno diritto ad essere aiutati e accolti mentre le centinaia di migliaia di persone scappate negli anni dal fuoco incrociato dei Talebani e delle bombe NATO non godono ancora di nessun “diritto alla salvezza”.

Ma sarà proprio su queste persone, e su quelle che arriveranno illegalmente ai confini europei nei prossimi mesi, che si giocherà la vera partita dell’accoglienza.

 

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