Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 07.30

(CR) Pianeta Migranti. Il Ministero dell’Interno condannato risarcire un migrante

Il Tribunale di Roma ha accertato l’illegittimità delle “riammissioni” al confine orientale

| Scritto da Redazione
(CR) Pianeta Migranti. Il Ministero dell’Interno condannato risarcire un migrante

(CR) Pianeta Migranti. Il Ministero dell’Interno condannato risarcire un migrante

Il Tribunale di Roma ha accertato l’illegittimità delle “riammissioni” al confine orientale e il Viminale deve farsi carico del danno inflitto a un cittadino pakistano richiedente asilo. Decisivo il lavoro di rete tra attivisti, Ong e avvocati.

 Il ministero dell’Interno è stato condannato dal Tribunale di Roma a pagare 18.200 euro a titolo di risarcimento nei confronti di A., cittadino originario del Pakistan in fuga dal Paese, per averlo prima fermato a Trieste e poi respinto in Slovenia e, a catena, verso la Croazia, la Bosnia ed Erzegovina, nonostante avesse manifestato la volontà di domandare protezione internazionale. Cento euro per ogni giorno trascorso tra la “riammissione” in Slovenia avvenuta a metà ottobre 2020 e il rientro in Italia nell’aprile 2021, come prevede la giurisprudenza comunitaria e nazionale su casi assimilabili.

Con tale decisione il Tribunale ha ribadito l’illegittimità della procedura di riammissione attuata al confine orientale italiano sulla base di un accordo siglato tra Italia e Slovenia nel 1996, mai ratificato dal Parlamento italiano. Procedura che il Governo italiano, dopo averla sospesa a seguito della decisione del gennaio 2021, ha deciso di ripristinare a partire da novembre del 2022 seppur non formalmente, nei confronti di coloro che chiedono protezione internazionale.

La decisione è rilevante non soltanto perché “accerta e dichiara l’illegittimità” delle riammissioni informali attive da parte italiana ma perché inchioda l' ”evidente nesso di causalità” tra l’operato della polizia italiana e il “danno subito” da A.. “La lesione del diritto d’asilo e i trattamenti inumani -scrive infatti la giudice- sono stati la diretta conseguenza della riammissione informale del ricorrente in Slovenia da parte delle autorità di frontiera di Trieste”.

La decisione ottenuta dalle avvocate Caterina Bove e Anna Brambilla dell’Asgi, “è stata il frutto di un lavoro di rete che ha visto coinvolti diversi soggetti attivi nel contrasto alle violenze verso le persone in movimento attivi lungo la rotta balcanica, tra i quali la rete RiVolti ai Balcani (in particolare Gianfranco Schiavone e Agostino Zanotti), la giornalista Elisa Oddone, la Ong  ‘Lungo la rotta balcanica’, l’associazione Pravni center za varstvo človekovih pravic in okolja – Legal Centre for the Protection of Human Rights and the Environment (Pic, in particolare Ursa Regvar), il progetto Medea dell’Asgi, Ics Ufficio Rifugiati, Linea d’ombra, il Centro per la Pace di Zagabria, Anela Dedic e tutti gli attivisti e attiviste che agiscono per la tutela per i diritti umani in Bosnia ed Erzegovina e lungo le rotte percorse dalla persone in transito”.

Nuove ombre si allungano su una prassi che i governi europei intendono invece elevare sempre più a norma “guida” della brutale gestione delle frontiere, come dimostra l’accordo raggiunto al Consiglio europeo Giustizia e Affari interni dello scorso 8 giugno sui regolamenti in tema di gestione dell’asilo e della migrazione e delle procedure.

La decisione del Tribunale di Roma è un importante risultato “non solo perché ribadisce l’illegittimità della condotta posta in essere dalle autorità italiane ma perché valorizza l’impegno di tante persone che si impegnano a denunciare e contrastare le violazioni dei diritti delle persone in transito” e perché induce a rispettare le norme internazionali in materia. Si dirà che è una goccia nel mare, ma crea sicuramente un precedente a cui potersi appellare per altre analoghe situazioni.

 

2670 visite

Articoli correlati

Petizioni online
Sondaggi online