Mercoledì, 06 novembre 2024 - ore 21.23

(CR) Pianeta Migranti. Il Piano Mattei è per l’Africa o per l’Italia?

Le intenzioni del Piano Mattei sembrano piuttosto chiare: far arrivare dall’Africa più gas e molti meno migranti

| Scritto da Redazione
(CR) Pianeta Migranti. Il Piano Mattei è  per l’Africa o per l’Italia?

(CR) Pianeta Migranti. Il Piano Mattei è  per l’Africa o per l’Italia?

Le intenzioni del Piano Mattei sembrano piuttosto chiare: far arrivare dall’Africa più gas e molti meno migranti.

Le parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo prefigurano: “Oggi abbiamo un problema di approvvigionamento energetico in Europa, e l’Africa è un produttore enorme di energia […] se aiutiamo l’Africa a produrre energia per portarla in Europa possiamo risolvere insieme molti problemi”, ovvero quello delle migrazioni, da un lato, e quello della sicurezza energetica europea, dall’altro.

E’ un discorso che ricalca ciò che ha detto al Financial Times l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi “We don’t have energy, they have energy” (loro hanno energia, noi no). “Dobbiamo aprirci all’Africa, dobbiamo essere i loro compagni di viaggio e aiutarli a svilupparsi”.

l’Italia è già tra i Paesi che hanno maggiormente investito nel continente africano, specialmente attraverso l’Eni. Proprio Descalzi ha dato nuova spinta alla campagna africana di Eni, mettendo a segno alcune delle più importanti scoperte di gas al mondo, in Egitto e in Mozambico, fino a diventare il secondo produttore di idrocarburi della regione.

Amnesty International e altri organismi umanitari denunciano che l’espansione dell’industria del gas, in Mozambico, si è tradotta in una vera e propria maledizione per la regione di capo Delgado dove sono concentrate le operazioni. Migliaia di persone sono state costrette a lasciare i propri villaggi e le loro terre per far spazio alle infrastrutture dell’industria, mentre ampi tratti di mare sono stati dichiarati off-limits, privando intere comunità dei loro mezzi di sussistenza. 

In un contesto del genere, il risentimento verso il governo di Maputo e le multinazionali occidentali ha creato terreno fertile all’avanzata del gruppo di miliziani d’ispirazione jihadista, al-Shabaab. Ne è nato un conflitto, che ha scatenato l’inferno, causando in pochi anni migliaia di morti e un milione di sfollati.

Secondo la rivista Nigrizia il Piano Mattei è fonte di “preoccupazione” in Mozambico, proprio per  il focus sui combustibili fossili e i rischi per l’ambiente che ne derivano, ma anche perchè è stato elaborato “senza coinvolgere la società civile”. Lo afferma l’attivista mozambicano Daniel Ribeiro,  della rete internazionale ‘Friends of the Earth’. Insieme al vescovo Muagerene, rappresentante della conferenza episcopale del Mozambico, Ribeiro è giunto in Italia e nei paesi europei che stanno investendo nell’energia fossile, “per richiamare la loro attenzione sulla mancanza di mezzi per aiutare gli sfollati”. Una situazione molto grave, ma totalmente sconosciuta al pubblico europeo, a detta del vescovo Muagerene.

L’attuale rapporto Italia-Mozambico presenta già un’impostazione di sfruttamento coloniale per nulla in linea con la strategia di Enrico Mattei, che dà il nome al Piano stesso.  Enrico Mattei era fautore di un terzomondismo economico volto a rompere monopoli di influenza o presenze “occidentali” in Africa, riconoscendo la necessità di trattare i "partner africani" da pari.

Luca Bussotti, docente di sociologia all’università di Maputo fa notare che col Piano Mattei l’Italia si propone solo come partner di business col Mozambico senza chiedere al Paese un cambiamento di passo politico dopo i brogli elettorali gestiti dal partito al potere durante le recenti elezioni amministrative. Brogli denunciati anche dalla conferenza episcopale del Mozambico e che hanno dato vita a proteste sociali.

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