Domenica, 13 luglio 2025 - ore 12.57

(CR) Pianeta Migranti. L’altra faccia delle Olimpiadi di Parigi.

Cacciati i migranti e i senzatetto per fare di Parigi una bella cartolina.

| Scritto da Redazione
 (CR) Pianeta Migranti. L’altra faccia delle Olimpiadi di Parigi.

 (CR) Pianeta Migranti. L’altra faccia delle Olimpiadi di Parigi.

Cacciati i migranti e i senzatetto per fare di Parigi una bella cartolina.

Già il giorno dopo l'accensione della fiamma olimpica di Parigi 2024 (in Grecia) accompagnata da giuramenti di amicizia e solidarietà, le autorità francesi hanno iniziato a sfrattare centinaia di migranti dal più grande campo della Francia a Vitry-sur-Seine, a sud di Parigi.

Si è trattato della terza grande operazione di sfratto effettuata nella regione dell'Île-de-France, comprendente Parigi e le aree circostanti, dall'inizio del 2023. In aprile, circa 400 persone sono state rimosse da un'occupazione situata vicino al Villaggio Olimpico di Île-Saint-Denis, nei sobborghi settentrionali della capitale. Altre duecento sono state sfrattate nel luglio 2023 a Thiais, a sud di Parigi.

Questi sfratti, ed altre operazioni mirate ai senzatetto non sono sfuggite a 80 organizzazioni sociali che si sono riunite nel cartello "Le Revers de la médaille" (l'altra faccia della medaglia) per denunciare la "pulizia sociale" messa in atto in vista dei Giochi Olimpici.

Per “Le Revers de la médaille” le operazioni di sfratto delle persone in fragilità, per altro non nuove, diventavano sistematiche con l'avvicinarsi dei Giochi. I dati da loro raccolti -da aprile 2023 a maggio 2024- registravano che gli ordini di sfratto dei comuni e delle prefetture erano più che triplicati in tre anni nella regione di Parigi. Invece, per la prefettura di Polizia di Parigi, gli sfratti eseguiti “erano proporzionati e necessari a mantenere l'ordine pubblico, la salute e la sicurezza all'interno dell'area urbana".

Gli sfrattati, spesso venivano trasferiti in rifugi temporanei (in altre regioni francesi) in grado di ospitare fino a 50 persone, ma solo per tre settimane. Venivano caricati un autobus diretto in una determinata città, senza sapere esattamente cosa riservava a loro il futuro.

Emblematica la storia di Omar, rifugiato sudanese con un permesso di soggiorno di 10 anni dal 2018, e con una serie di contratti brevi nei cantieri edili. Pur essendo in situazione di legalità, il 27enne viveva nella precarietà da anni. Inizialmente ospitato da amici, si era poi trasferito in un'occupazione abusiva nel sobborgo parigino di Saint-Denis.

Ecco il suo racconto: "Ero al lavoro quando ho ricevuto una chiamata con l’invito tassativo di partire. Sono stato poi spinto su un autobus che mi ha portato al centro di accoglienza temporanea a Orléans, a 130 km da Parigi. Sono rimasto lì per tre settimane, in un hotel fatiscente della zona commerciale alla periferia della città. Stavo nella mia stanza quasi tutto il tempo.

A volte uscivo verso il centro città per sentirmi un po' vivo, ma ero come in prigione”.

Dopo tre settimane, ad Omar è stato detto che doveva lasciare il rifugio temporaneo, senza offrirgli un alloggio alternativo. Di conseguenza, ha perso il lavoro nel cantiere, l’abitazione e si è dovuto rifugiare presso amici. La depressione poi ha avuto il sopravvento e gli ha tolto la forza di lottare.

Una storia comune a tanti!

Non va dimenticato che originariamente le Olimpiadi, nate in Grecia, portavano un periodo di convivenza pacifica tra tutte le città greche e con quelle esterne.

Oggi, l’immagine smagliante delle Olimpiadi parigine dietro l’ebbrezza del giubilo generale, ha nascosto la sofferenza di tante persone espulse e deportate e la tragedia dei genocidi e delle guerre in corso.

Ancora una volta, l’immagine e il business hanno avuto la meglio!

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