Domenica, 05 maggio 2024 - ore 18.01

Cremona Appello al voto dei cattolici democratici Sì al referendum

Primi firmatari : Rosolino Azzali, Giuseppe Bignardi, Daniele Burgazzi, Luca Burgazzi , Roberto Busè, Sergio Cambiati, Ernesto Cocchetti, Carlo Dal Conte, Giorgio Feraboli, GianLuca Galimberti, Maria Cristina Galimberti, Giuseppe Galli, Paolo Gamba, Angelo Garioni, Chiara Ghezzi, Ettore Ghisleri, Renato Incerti Tinterri, Leone Lisè, Dante Miglioli, MariaSilvia Mussi, Giuseppe Ongini, Paolo Paroni, Luisa Pinoni, Angelo Rescaglio, Annamaria Ruta, Gianluca Savoldi, Andrea Tolomini

| Scritto da Redazione
Cremona Appello al voto dei cattolici democratici   Sì al referendum

Consapevoli che la consultazione referendaria del 4 dicembre prossimo, costituisce un passaggio importante per la vita civile, politica e istituzionale dell'Italia e che una decisione motivata e convinta favorisca una partecipazione autentica ai processi democratici,

educati all'esercizio di laicità nelle esperienze vive dell'associazionismo cattolico da cui molti di noi provengono,

politicamente collocati nell'area del centrosinistra, con militanze diverse e convergenti, con richiami fondativi all'orizzonte culturale del cattolicesimo democratico, popolare e riformista,

riteniamo

che la scelta referendaria si debba esprimere in un Sì alla riforma costituzionale deliberata dal Parlamento, pur consapevoli di qualche limite.

Queste le ragioni fondamentali:

-non è in gioco il destino del governo e del suo leader, ma la decisione se approvare o meno una riforma che delinea in modo differente la macchina dello Stato per quanto concerne i rapporti tra Governo e Parlamento e le relazioni tra lo Stato centrale e Regioni, dando più  responsabilità all'esecutivo;

-considerare intangibili le regole del gioco fissate nel 1948 significa non voler riconoscere quanto il mondo sia cambiato. L'immobilismo è un modo per tradire lo spirito costituente che si alimentò delle proposte e dei valori del cattolicesimo democratico;

-l'inconcludenza storica negli ultimi 30 anni del processo riformatore rischia di perpetuarsi senza una decisione positiva che avvii un processo;

-se è vero che la riforma non è la migliore possibile è altrettanto vero che la riforma non è una minaccia alla democrazia perché non solo non ne modifica i principi fondamentali, ma ne garantisce una più adeguata applicazione

-il superamento del Bicameralismo paritario permetterà maggior efficienza, maggior efficacia, maggior qualità del processo legislativo;

-un più efficace bilanciamento tra autonomie locali e unità nazionale, l'adozione di nuovi strumenti partecipativi sono condizioni necessarie per rilanciare la buona politica a servizio del Paese.

Ragioni iscritte nei valori fondativi del cattolicesimo democratico, come dimostra l'onesta rilettura di 70 anni di storia repubblicana.

L'impegno e la responsabilità civile e politica che motiva la necessità del Sì alla Riforma, su un piano di laicità, non ci esime da uno sguardo circa l'emergere nell'area cattolica di posizioni di tradizionalismo ossessivo dove la strumentalizzazione populista di valori fondativi e primari come la vita, la famiglia, si accompagna ad una strisciante, notturna opposizione alle straordinarie aperture pastorali di papa Francesco. Anche nella Chiesa, come nella società, la paura del futuro è schermo e remora all'azione dello Spirito

Primi firmatari  Rosolino Azzali, Giuseppe Bignardi, Daniele Burgazzi, Luca Burgazzi , Roberto Busè, Sergio Cambiati,  Ernesto Cocchetti, Carlo Dal Conte, Giorgio Feraboli, GianLuca Galimberti,  Maria Cristina Galimberti, Giuseppe Galli,  Paolo Gamba, Angelo Garioni, Chiara Ghezzi, Ettore Ghisleri, Renato Incerti Tinterri, Leone Lisè, Dante Miglioli, MariaSilvia Mussi, Giuseppe Ongini, Paolo Paroni, Luisa Pinoni, Angelo Rescaglio, Annamaria Ruta, Gianluca Savoldi, Andrea Tolomini

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