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Cremona. Classificazione suini: gli allevatori ci perdono 1000 euro per ogni camion

A Cremona nell'ambito di Italpig è in programma un workshop per discutere di una novità

| Scritto da Redazione
Cremona. Classificazione suini: gli allevatori ci perdono 1000 euro per ogni camion

A Cremona nell'ambito di Italpig (Fiera di Cremona, 22-25 ottobre) è in programma un workshop per discutere di una novità che mette a rischio il circuito DOP.

 Con le nuove equazioni per la classificazione delle carcasse suine gli allevatori perdono 1.000 euro per ogni camion di animali che portano al macello.

Il workshop, che si terrà giovedì 23 alle 14.30 vedrà la partecipazione di Enrico Cerri, (Presidente Prosus), Antenore Cervi (Presidente Asser), Andrea Cristini (Presidente Anas), Tommaso Simbolo del Ministero delle Politiche Agricole – Dipartimento delle Politiche Europee e Internazionali, Elio Martinelli (Presidente Assosuini) e Omar Gobbi, allevatore.

Il rischio che le perdite economiche a danno dei suinicoltori italiani ammontassero a centinaia di migliaia di euro si è materializzato in tutta la sua drammaticità l’8 settembre scorso quando, nel pieno rispetto di quanto previsto da una circolare del Mipaaf del 10 giugno, alcuni macelli hanno iniziato ad applicare le nuove equazioni di stima per la classificazione delle carcasse. Equazioni elaborate nell’inverno scorso dal Crpa (Centro ricerche produzioni animali) di Reggio Emilia su mandato del Mipaaf e successivamente approvate dalla Ue. In base a tali equazioni infatti, oltre il 20% delle cosce prodotte per diventare Prosciutti crudi Dop sarebbero state estromesse dal circuito tutelato perché caratterizzate da un tenore di carne magra troppo elevato rispetto a quanto prevede il Disciplinare di produzione.

Una media di 1000 euro di perdita per ogni carico di maiali conferiti. E’ questo il bilancio stimato dagli allevatori per i tre giorni in cui i macelli hanno applicato le nuove equazioni di stima

I tre mesi intercorsi tra la circolare del Ministero e l’entrata in vigore di quanto in essa previsto sono stati densi di dibattiti, incontri tra tutti gli attori della filiera, confronti molto accesi per riuscire a dirimere una vicenda che avrebbe provocato un bagno di sangue nel mondo allevatoriale. E così, seppure per i soli giorni dell’8, 9 e 10 settembre scorsi è stato, dal momento che gli interessati hanno calcolato una perdita secca di 1000 euro per ogni carico di maiali arrivati ai macelli. Basti dire che in alcuni, tra i più importanti impianti di macellazione, si è passati da una percentuale di cosce non conformi del 2% al 13%, ma anche dal 4 al 30% e addirittura dal 7 al 50%.

Poi, attesa ma in parte a quel punto insperata, la svolta. Una circolare congiunta di Ipq e Ineq datata 10 settembre (rispettivamente Istituto Parma qualità e Istituto nord-est qualità, i due enti di controllo per il Prosciutto di Parma e di San Daniele Dop ndr), comunicava ai macelli che il Mipaaf aveva accolto le indicazioni fornite in due documenti precedenti, introducendo di fatto l’”intervallo di incertezza di misura” in base al quale le cosce con un tenore di carne magra compresa tra il 56,6% e il 38,4% potranno ora rientrare nella griglia europea delle produzioni Dop: le equazioni elaborate dal Crpa invece stabilivano che con una percentuale superiore al 55% le cosce non erano conformi.

Con il provvedimento del Mipaaf del 10 settembre l’emergenza è rientrata. Ma si tratta di una decisione transitoria che dovrà portare all’elaborazione di nuove equazioni di stima

Pur trattandosi di un provvedimento transitorio in attesa dell’elaborazione di nuove equazioni che a detta degli allevatori dovranno tenere conto della peculiarità delle produzioni suinicole italiane ben diverse da quelle europee, almeno per il momento i suinicoltori possono tirare un sospiro di sollievo.

Intanto, alla prossima edizione di Italpig (CremonaFiere 22-25 ottobre) durante lo svolgimento degli Stati Generali della Suinicoltura, previsti per giovedì 23 ottobre alle ore 10, Assosuini avvierà una raccolta firme per arrivare a costituire un unico organismo rappresentativo della categoria all’interno del quale far confluire le varie anime del mondo associativo.

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