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Cremona. È in libreria D’amore, d’eroina, di galera di Luciana Corinna Luberti

Il romanzo di Luciana Corinna Luberti, edito da Stampa Alternativa, è in libreria. Il testo racconta, senza retorica né buonismi, il percorso della dipendenza dalla droga che, negli anni Ottanta, decimò una generazione

| Scritto da Redazione
Cremona. È in libreria <em>D’amore, d’eroina, di galera</em> di Luciana Corinna Luberti

«Dolore, passione, odio, amore, crudeltà e bontà»: con queste parole, Francesca de Carolis descrive i sentimenti che attraversano il romanzo di Luciana Corinna Luberti D’amore, d’eroina, di galera, edito da Stampa Alternativa e disponibile in libreria.

Continua de Carolis: «Luciana negli anni ’80 è una giovane eroinomane. Le giornate tese a un solo obiettivo: procurarsi da vivere, che significava anche e soprattutto procurarsi la droga. Ed è fra le più brave e fidate del giro, la più dura. Ma una sera di aprile lei e i suoi “cavalli” non tornano a casa. Inizia per Luciana un percorso attraverso le carceri femminili del Veneto: Venezia, Rovigo, Udine, l’allora famigerato carcere di Belluno. Durerà tre anni. Un viaggio in un universo esasperato e straniante, ma pur sempre, per dirla con parole della protagonista, “uguale al mondo in versione ristretta: si muore e si vive come fuori, forse un po’ più che fuori”. Intorno a Luciana, una folla di donne, guardiane o detenute, tutte recluse nel meccanismo di dinamiche feroci. Coprotagonista della vicenda, l’eroina, che anche nel carcere ripropone la sua danza di morte e introduce all’altro spettro che si affaccia in quegli anni: l’Aids. Mentre a tratti si svela, potente, l’ombra del padre, personaggio che si intravede, forte, pauroso e pur padre amato.

Una scrittura implacabile, quella di Luciana Luberti. Un linguaggio che sa anche avere momenti di ironia, che permettono di narrare convulsioni altrimenti non esprimibili, pulsioni impronunciabili. L’autrice riesce a fissare con sguardo fermo, e senza indulgenze, il film di un tratto della sua vita e riproporlo a noi come inciso su pellicola metallica.

Sfondo di questa storia la sconvolgente realtà degli anni ’80, quando l’eroina fu vera e propria epidemia. Era fra l’altro l’unica sostanza allora usata in Italia per via endovenosa, e questo significava spesso AIDS. Molto bassa l’età media dei consumatori: intorno ai vent’anni, secondo quanto osservato in un Ser.T di Padova, città dove, da quando era poco più che adolescente, l’autrice ha vissuto. Un racconto da leggere per drizzare le antenne anche sull’oggi, che lo scenario dell’uso degli stupefacenti è molto modificato, si è anche molto più “distratti” sulla questione droga, ma l’eroina ritorna, per quanto in focolai da non sottovalutare.

Il libro è anche un viaggio nelle carceri femminili di quegli anni, dove consumatori-spacciatori come la protagonista entrano ed escono, escono ed entrano, in circuiti che sono l’inferno che ancora oggi le cronache ci raccontano.

Il romanzo di Luciana è in fondo, ma forse neanche troppo in fondo, una storia d’amore. È la storia di tutto quello e tutti coloro che, nel bene e nel male, Luciana ha davvero amato».

Luciana Corinna Luberti nasce a Roma. Dopo la separazione dei due genitori, si trasferisce a Padova. Giovanissima, insieme a pochi altri ragazzini, conosce l’eroina e crea quella che sarà, molti anni dopo, la piazza della droga in città. Dopo un periodo in carcere, Luciana apre per 15 anni una fumetteria a Ferrara e a Padova, fino alla morte del compare Lorenzo. Dopo un’altra detenzione, decide di raccontarsi e ne nasce questo libro.

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