Premetto che non conoscendo approfonditamente la vicenda cremasca evito di trarre giudizi e valutazioni che sarebbero giocoforza superficiali. Vorrei invece portare un ulteriore spunto di riflessione al dibattito. I permessi legge 104 vengono concessi sia ai lavoratori che sono riconosciuti affetti da handicap grave sia ai lavoratori che assistono familiari riconosciuti portatori di handicap grave ai sensi della sopracitata legge.
E’evidente che una persona affetta da tale handicap ha bisogno quotidianamente di assistenza e non solo per tre giorni al mese (tanti sono i permessi retribuiti a cui ha diritto un lavoratore a tempo pieno). Quindi il lavoratore che assiste un proprio familiare è impegnato ogni giorno, oltre che sul posto di lavoro, anche nel ‘lavoro’ di assistenza più o meno intensiva al proprio caro. Una delle ratio della norma citata sopra è proprio quella di concedere mensilmente tre riposi aggiuntivi al lavoratore per permettergli di recuperare il maggior carico «lavorativo» derivante dalla doppia attività di lavoratore e di «assistente familiare». Quanto sopra non vuol rappresentare una giustificazione per chi, pochissimi per la verità, abusa di una legge tanto importante e fondamentale in un paese civile come ancora oggi reputo l’Italia.
La mia è semplicemente un’altra chiave di lettura da portare all’attenzione dei suoi lettori. Per quanto riguarda i certificati di malattia «fasulli» forse servirebbe l’intervento autorevole di chi su questi certificati effettua i doverosi controlli: emergerebbe che i casi segnalati dal lettore e dai mass media sono in realtà pochissimi ed isolati.
Fulvio Corbari (segreteria provinciale Uil Cremona-Lodi)