Domenica, 28 aprile 2024 - ore 12.05

Cremona I tempi ti attesa nella sanità pubblica. Perché? | T.Percudani

«Per l’eco ripassi tra sei mesi».

| Scritto da Redazione
Cremona  I tempi ti attesa nella sanità pubblica. Perché? | T.Percudani

Pur comprendendo il notevole disagio percepito dall’utente nel sentirsi prospettare dal Cup dell’ospedale tempi di attesa così lunghi per sottoporsi ad una ecografia di controllo all’addome, è importante sottolineare che il servizio verrà comunque erogato in regime di convenzione (stessi costi dell’ospedale) presso una struttura privata accreditata ed in tempi più brevi.

A tale proposito è opportuno ricordare che: - il servizio sanitario lombardo si fonda su un sistema integrato tra pubblico e privato accreditato proprio per garantire al cittadino la libertà di farsi curare dove preferisce;

-le prenotazioni per l’accesso alla diagnostica strumentale e alla visita specialistica seguono tre diversi percorsi a seconda della dicitura che il medico riporta sull’impegnativa. Con la dicitura «1° accesso» o «prima visita specialistica» i tempi di attesa sono generalmente contenuti; con i requisiti di urgenza (bollino verde) il tempo massimo di attesa è di 72 ore; i tempi di attesa si dilatano sensibilmente, fino a raggiungere i tempi massimi fissati dai parametri regionali, quando l’impegnativa non porta alcuna dicitura o è esplicitato «visita di controllo » perché non si ha più diritto ad alcuna precedenza. Risulta pertanto evidente che la scelta della dicitura adeguata al caso specifico compete al medico che compila l’impegnativa. I lunghi tempi di attesa per le visite di controllo in ospedale sono stati oggetto di confronto tra Ctdm e la direzione dell’Azienda già da tempo (circa un anno). In particolare abbiamo riportato le diverse segnalazioni da parte di quell’utenza che essendo già in cura presso la struttura ospedaliera si sorprende nel constatare che, all’atto della prenotazione al Cup, le scadenze a cui effettuare i controlli, indicate nella refertazione dal medico ospedaliero, non sono generalmente rispettati. Per ovviare in parte al problema abbiamo chiesto che all’atto della refertazione si ricordi al paziente, soprattutto per i controlli annuali o semestrali, di prenotarsi presso il Cup con abbondante anticipo (e questo ci risulta che venga generalmente rispettato). Più complessa è la soluzione per i casi in cui i tempi di controllo richiesti sono nell’ordine dei 30/40/60 giorni. Per alcune particolari patologie i controlli richiesti con scadenze brevi sono prenotati direttamente dal medico ospedaliero attraverso un canale preferenziale interno. Ci risulta inoltre che, grazie alla disponibilità del personale ad effettuare straordinari, sono state incrementate le fasce orarie per l’esecuzione delle ecografie; certamente se fosse possibile procedere ad un ampliamento degli organici la situazione migliorerebbe significativamente, ma per ora è solo un’utopia. E’ nostra convinzione, come dimostrano il caso in questione e tanti altri da noi registrati, che la tanto acclamata «libertà di scegliere dove farsi curare » risulta in realtà penalizzante per chi intende avvalersi della sanità pubblica.

Un polo ospedaliero, per la specificità delle funzioni che deve svolgere sul territorio, ha un’utenza più numerosa e più complessa rispetto a quella delle cliniche private, pertanto ha tempi più limitati da dedicare alla diagnostica di ‘controllo ’, ciò comporta liste d’attesa più lunghe che spesso costringono il paziente a rivolgersi a strutture private.

Tiziano Percudani (presidente Centro tutela diritti del malato di Cremona)

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